L’impiegata postale “manolesta”: rubava bollette e pensioni

La ex dipendente dell’ufficio postale di Brinzio (nel frattempo licenziata) è finita davanti ai giudici del tribunale di Varese con l’accusa di peculato perché, nel 2012, si sarebbe intascata, di nascosto, un mese di pensione di un anziano disabile (800 euro); avrebbe anche sottratto il denaro di alcune raccomandate (660 euro) e quello di due bollette del gas (200 euro) ad altrettante famiglie che, convinte di avere pagato, si erano poi ritrovate con il taglio della fornitura improvviso. La dipendente manolesta, secondo l’accusa, è una giovane ragazza di 26 anni, che però secondo il suo avvocato Oskar Canzonieri è stata solo sfortunata e vittima di una gestione poco oculata dei soldi dell’ufficio, e di una serie di equivoci. Sarà, ma intanto oggi i responsabili di Poste Italiane che hanno testimoniato, hanno confermato gli ammanchi. 
La donna avrebbe fatto la cresta su due bollette da 200 euro, a Marchirolo, e sui soldi di alcune raccomandante nello stesso ufficio. Nella sua filiale, invece, a Brinzio avrebbe commesso un reato particolarmente brutto, ovvero intascare i soldi di una mensilità di pensione di un anziano non autosufficiente, a cui una dipendente comunale incaricata del servizio ritirava, ogni due mesi, la somma. La dipendente comunale ha testimoniato e confermato che solo lei aveva quella delega. Nel febbraio del 2102 le fu consegnata solo una mensilità invece che le solite due, con la scusa che il resto era già stato consegnato a un’altra persona. Ma questa presunta seconda delega non risulta da nessuna parte. Quanto invece ai pagamenti del gas che hanno lasciato a secco due famiglie pare che fossero stati effettuati, e poi annullati; un’operazione che secondo il pm Massimo Baraldo era funzionale alla sottrazione.