“Caro pm, mi abbassi il prezzo della benzina?”

L’inchiesta è passata a Milano e Roma, ma in procura arrivano decine di lettere di aiuto, da tutta Italia, con le richieste più bizzarre

«Signor pubblico ministero, ieri ho fatto benzina e ho notato che il prezzo era aumentato a tradimento; glielo segnalo, faccia qualcosa, faccia scendere il costo del carburante».

O ancora: «Devo partire per un viaggio, che giorno mi conviene partire? Quando scenderà il prezzo secondo lei?».

Stralci da una corrispondenza surreale giunta, in queste settimane, al pm Massimo Politi della procura di Varese, dopo che è trapelata la notizia che il magistrato stava indagando sulla formazione dei prezzi del carburante, e sulla presunta operazione di cartello messa in atto, da parte delle compagnie petrolifere, per aumentare artificiosamente i prezzi.

L’indagine sulla benzina ha colpito l’immaginario collettivo.

E così in procura è iniziata ad arrivare una lunga sequela di lettere, denunce, segnalazioni, richieste di consigli, tutte relative al carburante. Il giudice insomma è stato scambiato per un confidente, una figura benevola cui aggrapparsi, e a cui spifferare le proprie rabbie di clienti; uno a cui raccontare ogni sospetto sul benzinaio sotto casa. Che fa? Alza prezzo? Manomette la pompa? E i petrolieri, quelli poi….Già, ma la procura, che aveva iniziato l’indagine, avvalendosi della competenza della guardia di finanza di Varese, ha praticamente abdicato, perché qualche settimana fa il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Battarino (ribattezzato Bettarini, in alcune lettere), rispondendo alla richiesta di sequestro di altra documentazione, ha destinato gli atti, per competenza, a Milano, e a Roma, dove cioè hanno sede le compagnie petrolifere. 
La procura, dunque, ha bloccato la sua inchiesta e l’ha inviata alle procure competenti (dove potrebbero essere stati commessi i reati) ma gli effetti collaterali delle notizie uscite sulla stampa, nei giorni scorsi, si stanno ancora facendo sentire. Peggio. Le decine di lettere e richieste sul tema carburanti rischiano, se aumenteranno, di aggravare persino il lavoro quotidiano. I magistrati, infatti, non possono cestinare la corrispondenza: ogni segnalazione potrebbe nascondere una notizia di reato. Ogni lettera é un nuovo fascicolo da inviare alle procure competenti. Non è uno scherzo, fanno sapere in procura. Ci sarebbe quasi da rivolgere un appello ai consumatori italiani: non scrivete più alla procura di Varese. Non possono fare più nulla sul prezzo della benzina, parola di magistrato.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Aprile 2013
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