Il concorso dedicato alle scuole

La società liquida è al centro della serie di pellicole proposte ai ragazzi delle scuole. Incontreranno anche Matteo Garrone, regista di Gomorra e Reality

BAFF 2013: i film del concorso Made in Italy – Scuole

L’ altra faccia della medaglia: il cinema italiano esplora la realtà ‘liquida’ del nostro paese

Il rosso e il blu
La scuola italiana investigata dal punto di vista dei professori senza dimenticare i mondi interiori dei ragazzi. I prof sono misantropi, smarriti, idealisti. I ragazzi solitari, anche loro smarriti. Giuseppe Piccioni (dai racconti di Marco Lodoli) sa dipingere con garbo i personaggi, sa dirigere bene gli attori (Margherita Buy, Roberto Herlitzka, Riccardo Scamarcio), sa raccontare gli spazi (finestre e porte come soglie che simbolizzano il dentro e il fuori della scuola) sa, infine, evocare la relazione complessa docente/alunno. Geniale la battuta su Piero della Francesca.

Tutti i santi giorni
Tratto da La generazione (Dalai) di Simone Lenzi, il film di Paolo Virzì narra la storia di un giovane portiere di notte (Luca Marinelli), appassionato di testi antichi, che, non riuscendo ad avere figli con la compagna, interroga gli scrittori del passato. Dal dialogo con Aristotele si passa a quelli reali con la fidanzata (la cantante siciliana/polacca Thony). La giovane coppia fa l’amore tutti i santi giorni, pur incontrandosi solo all’alba, quando lui rientra e lei esce. Una bella parabola di precarietà liquida e postmoderna, che Virzì narra con leggerezza profonda, ricamando con sottigliezza il mondo che li circonda (vicini coatti genitori, medici, ex,…). Notevole il finale, in flashback.

Reality
Il sogno televisivo e la realtà antropologica dei reality-show (GF – Grande Fratello) si fondono nel film che Matteo Garrone dirige, con la memoria rivolta a Eduardo De Filippo e a Luigi Pirandello. Da un antico palazzo fatiscente napoletano, sbuca il truffatore Luciano Ciotola (Aniello Arena). Il regista di Gomorra (che incontrerà gli studenti, ndr) scansa i generi, li mescola e sembra spostare il tiro: da episodi di criminalità a puntate di intrattenimento. In realtà lo sguardo è il medesimo, attento alle avventure di un Pinocchio incapace di separare la sua ‘persona’ (maschera) dalla proprio ‘personaggio’. Il film ha vinto il Grand Prix del Festival di Cannes 2012.

Io e te
Lorenzo, un quattordicenne in fuga dalla mamma, dallo psicanalista e dalla settimana bianca, si rifugia in cantina. Fa inaspettata irruzione la sorellastra Olivia, che quasi non conosce: 10 anni e molto rancore in più, capelli biondi, pelliccia nera, talento per la fotografia, dedizione alla droga. Tea Falco e Jacopo Olmo Antinori si guardano racchiusi nelle loro fragilità, indecise se esplodere o chiedersi aiuto. Se Niccolò Ammaniti, nel romanzo, ha saputo raccontare il mondo di un quattordicenne, Bernardo Bertolucci trova la gioia di costruire un mondo separato e a termine, senza genitori e quasi senza miti. Le due versioni, in colonna sonora, di Space Oddity di David Bowie (originale e italiana, con testi di Mogol) trasformano in epica l’età ingrata.

Viva la libertà
Roberto Andò in Viva la libertà (tratto dal suo libro Il trono vuoto, Bompiani) utilizza gli ingranaggi drammaturgici classici dello scambio di persona, del doppio (qui due fratelli gemelli, un politico e un filosofo ‘bipolare’ appena dimesso da una clinica psichiatrica), della sparizione e della sostituzione compiendo una riflessione forte sul valore del governo della polis e allestendo un palcoscenico perfetto per le doti di Toni Servillo, sempre più erede di Gian Maria Volontè.

Il sole dentro
Due viaggi/pellegrinaggi si intersecano nel film di Paolo Bianchini: uno dall’Africa all’Europa (due ragazzi africani nascosti nel carrello di un aereo vogliono portare una lettera alla Commissione Europea – una storia vera avvenuta nel 1999) e l’altro, oggi, dalla Puglia all’Africa, compiuto da un ragazzo italiano e da uno africano. Il film in forma di fiaba/parabola, ingenua ma sincera, pedina e intreccia i due percorsi suggerendo una dimensione di ricerca e di ascolto. Lungo il viaggio contemporaneo incontriamo Angela Finocchiaro, Francesco Salvi e Diego Bianchi (Zoro).

Completano il programma per gli studenti, L’innocente (1976) di Luchino Visconti (Anniversario dannunziano) e Amarcord (1973) di Federico Fellini (Omaggio a Federico Fellini).

Come sempre accade, ormai da 10 anni, per Made in Italy – Scuole, ‘laboratorio’ a forte vocazione educativa, autori, attori, sceneggiatori, direttori della fotografia, montatori e altri professionisti del mondo del cinema si confrontano con gli studenti, in una interazione che molti ospiti hanno considerato fertile per sondare umori e gusti del pubblico giovane.
Opere del nostro cinema spesso snobbate dagli adolescenti hanno scatenato sinceri apprezzamenti a dimostrazione che, se proposte con i giusti accorgimenti, possono risultare interessanti nello sviluppare la curiosità e il desiderio di conoscere storie nuove (di un mondo d’altronde vicino).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Aprile 2013
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