Il festival omaggia il grande Fellini
Tanti gli appuntamenti all'interno della rassegna cinematografica bustocca dedicati al regista riminese. Dalla proiezione di 8 e mezzo a quella dei documentari a lui dedicati passando per la psicologia e il sogno
Il BAFF celebrerà il maestro riminese a 20 anni dalla sua scomparsa riscoprendone gli aspetti che ne fecero uno dei più grandi innovatori del cinema italiano, ma anche quelli più introspettivi, come il rapporto con Ernst Bernard e Gustavo Adolfo Rol. Questi, in sintesi, gli appuntamenti:
La proiezione di 8 e ½, in occasione del 50esimo anniversario dall’uscita, di Amarcord e di Intervista.
Un incontro dal titolo “Psicologia felliniana”, con la presentazione del libro “L’inconscio creatore. Attorno al «Libro dei sogni» di Federico Fellini” di Lella Ravasi Bellocchio e Christian Gaillard, alla presenza dell’autrice. La presentazione, nella sezione “Effetto Cinema” dei documentari “Ciao Federico” di Gideon Bachmann, “A Federico Fellini. Caro maestro” di Vittorio Giacci.
Il convegno "Fellini e il magico", con proiezione del documentario "Ho visto cose" di Chiara Pacilli e Maurizio Tedesco, con interventi degli autori e di Giuditta Miscioscia (amica del sensitivo Gustavo Rol)
La proiezione di due brevissime opere realizzate dagli studenti dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni per celebrare l’immaginario felliniano.
Un convegno su "Fellini e Flaiano”, con Giancarlo Rolandi, Steve Della Casa, Maurizio Tedesco, con la proiezione del documentario " Flaiano: il meglio è passato"
La presentazione del volume "Federico Fellini. Il libro dei miei sogni", di Paolo Fabbri
Nella scelta del grande maestro riminese si esprime la vocazione didattica e formativa del BAFF, il cui scopo è la valorizzazione di geni e talenti moderni del nuovo cinema italiano. Quale fu l’intuizione felliniana che rivoluzionò il modo di comunicare nell’audiovisivo? Come possiamo oggi interpretare le esigenze del nostro tempo ed individuare nuove forme e linguaggi che permettano di ridare al cinema il meritato ruolo di industria culturale portabandiera dell’eccellenza made in Italy? Non è un caso che questo approccio alla cultura e al cinema sia proprio di un contesto a forte vocazione industriale.
Come nell’immediato dopoguerra l’Italia si trasformò da Paese agricolo a Paese industriale, vivendo il cosiddetto “miracolo economico”, che favorì la presenza di un pubblico interessato e aperto alle problematiche sociali, così oggi ci troviamo al centro di un mutamento socioeconomico alla cui comprensione un nuovo rinascimento cinematografico italiano non può che contribuire.
Uno degli aspetti di Fellini che emergerà nel corso della settimana del festival è il suo rapporto con lo psicologo junghiano Ernst Bernard. “Mi piaceva tutto di Bernhard: la strada dove abitava, l’ascensore che sembrava una stanza e saliva lento come una mongolfiera, e lo studio vasto, pieno di libri, con le finestre spalancate sui tetti di piazza di Spagna. Ascoltava le mie sgangherate confessioni, i sogni, le bugie, con un sorrisetto gentile, carico di affettuosa ironia…", ebbe a dire Fellini stesso. Lo psicologo e il regista avevano diversi punti in comune: erano contro l’intellettualismo, amanti dell’esoterismo e ritenevano più importanti le immagini che le parole. Altro capitolo, il rapporto col sensitivo piemontese, Gustavo Adolfo Rol. «Fellini era un allievo favoloso di Rol – racconta Giuditta Miscioscia nel documentario – metodico, pignolo, ma alla fine non si lasciava influenzare, metteva in dubbio tutto; Fellini stesso aveva doti eccezionali di intuito e preveggenza, e quando era in casa Rol sperimentava la psiche, poi si allontanava, si isolava in una sua solitudine da eremita. Ma in quell’isolamento trovava la fonte ispiratrice della sua creatività».
Vittorio Giacci, direttore artistico del B.A. Film Festival, apre così il suo editoriale sul regista riminese: «Il cinema di Federico Fellini è un ricordo di luce che rivela i territori di una fantasia immaginifica che tutto abbraccia nella poetica di una memoria vivida come quella di un bambino che guarda con gli occhi sgranati dalla curiosità, portato a vedere il "magico" ovunque e dotato di quel particolare estro infantile che gli fa interpretare la realtà dietro le affascinanti fattezze di una visione ingenua e favolosa».
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