Il recupero del Maga? Un anno, forse un anno e mezzo
La prima parte dell'edificio, quella danneggiata solo dalle infiltrazioni d'acqua, secondo il sindaco potrebbe tornare aibile in tre mesi. Mentre più lungo e costoso è il recupero della parte intaccata direttamente dall'incendio
Ricostruire il Maga, ma senza mettere a rischio i conti del Comune. È questa la linea tracciata dal sindaco Edoardo Guenzani nel corso della seduta plenaria pro-Maga convocata in sala consiliare martedì sera: il primo cittadino ha fatto il punto sulle fasi di recupero dell’edificio e, soprattutto, sulla difficoltà di avviarlo. «Le opere sono tutte soggette a Patto di Stabilità, un meccanismo perverso» ha detto Guenzani. Per finanziare opere immediate siamo costretti ad utilizzare risparmi sugli appalti di manutenzione della città, altrimenti incapperemmo in sanzioni del patto». E questo perché se l’assicurazione pagherà (sono almeno cinque i livelli di assicurazione che riguardano struttura e opere), le somme arriveranno nel 2014. Ma il Comune deve evitare sforamenti della spesa nel 2013, perchè i meccanismi sono molto rigidi e non consentono molti margini di manovra (come ciclicamente denunciano tutti i sindaci, vedi il caso della frana che ha messo in difficoltà il Comune di Somma). Così si deve recuperare le somme tagliando «sulla manutenzione delle buche e degli edifici», anche se c’è l’ipotesi di attingere anche da «un capitolo di spesa legato a Palazzo Minoletti», il cui progetto di recupero complessivo è in stand-by (è stato recuperato solo il salone al piano terra, come spazio espositivo). L’importante, però, è non creare squilibri, dopo che il Comune è rientrato nel Patto di stabilità e ha chiuso l’esercizio 2012 con un avanzo di bilancio di 4.104.586 euro che saranno disponibili a fine anno.
Non solo: ci sono anche le difficoltà tecniche, legate al sequestro giudiziario della struttura (dissequestrata solo dieci giorni fa) e ai danni prodotti dall’incendio. «A tutt’oggi non esiste ancora una stima dei danni», ha dovuto riconoscere Guenzani. La situazione è ancora più o meno quella che avevamo descritto un mese fa: l’ambiente interno è inquinato da fuliggini, cenere e percolato (che vanno trattati come rifiuti speciali), le falde del tetto devono essere verificate per rimuovere il materiale danneggiato. Certificare i danni è condizione però necessaria a far entrare gli operai e far partire i lavori. La spesa di bonifica dovrebbe essere compresa tra 70 e 140mila euro, i preventivi presentati ieri da tre aziende (di Cardano al Campo, Melegnano, Peschiera Borromeo) specializzate in bonifiche dopo incendi.
Tutto fermo dunque? Guenzani ha spiegato che comunque si procede per cercare di «garantire che la possibilità che attività del museo si possa svolgere nella parte non danneggiata direttamente». In questa parte di danni ce ne sono comunque – dovuti per lo più all’acqua che ha intaccato impianti elettrici e intonaci dei muri e ha riempito le fosse degli ascensori – ma la situazione è meno pesante che nell’ala vecchia toccata direttamente dall’incendio. Per questo si punta ad interventire "sezionando" gli impianti, cioè separando gli impianti della parte "sana" da quelli della parte più danneggiata. 7mila euro per l’impianto elettrico 7 mila, 8mila per quello di riscaldamento e aerazione. La bonifica della parte nuova dovrebbe costare poi 20mila euro.
Quanto tempo richiederà l’intervento? Il «cronoprogramma» indicato da Guenzani per la parte nuova parla di «indagine impianti, messa in sicurezza e sezionamento impianti in 10-12 settimane». Tre mesi per riavere almeno una parte della struttura (prevista una riduzione temporanea degli spazi a uffici, per ricavare più spazio per le attività). Quanto all’edificio nel suo complesso: «Noi ci auguriamo che si possa entro un anno un anno e mezzo ridare efficenza completa a tutto il fabbricato del museo». Tempi troppo lunghi, secondo l’opposizione rappresentata da Lega Nord e PdL, che hanno accusato l’amministrazione di non essere stata abbastanza incisiva. «Si potrebbe usare una parte dei proventi della vendita di Commerciale Gas oppure si possono dirottare i fondi previsti rotonda di via Venegoni, un’opera non prioritaria» ha proposto Massimo Bossi. Proposte considerate poco fattibili, secondo la maggioranza. «Ricordo che i lavori della rotonda partiranno a fine mese, i soldi sono già stati spesi», ha risposto Alessio Mazza di Sel. I lavori preparatori della nuova rotonda, in effetti, sono partiti proprio nella giornata di mercoledì.
Nel frattempo l’assessore alla cultura Sebastiano Nicosia e i vertici del Maga portano avanti i progetti per mantenere viva l’attività del museo e farlo conoscere: da qui l’idea del "museo itinerante" che porterà la collezione alla Triennale e alla Villa Reale.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Angelomarchione su Gioia varesina in Olanda: la squadra di "Anima" trionfa alla Color Guard 2025
Fabio Rocchi su "Mio figlio di 7 anni allontanato dall'oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano"
fracode su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Fabio Rocchi su Dal Pentagono a Tianjin: quando la guerra torna a chiamarsi guerra
lenny54 su Il Pd di Gallarate attacca Cassani: "Paladino della macchina propagandistica programmata dal governo Netanyahu"
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.