“Io, figlio d’arte, potrei essere esodato”
Parla un installatore "esodabile" Vito Fedelfio: figlio d'arte, installatore in proprio da oltre vent'anni, dal primo di agosto non può più continuare il suo lavoro. Oppure nomina responsabile tecnico sua moglie
Sono moltissimi gli installatori che al primo di agosto sarebbero "esodati" dalla nuova norma che, escludendo i non diplomati dalla possibilità di installare i nuovi impianti cioè quelli ecologici, rischierebbero di fatto di essere "esodati": abbiamo provato a chiedere a uno di loro come è arrivatoa alla sua esperienza e cosa farà, nell’ipotesi che quella norma arrivi a essere effettivamente applicata.
«Io sono “figlio d’arte”: mio padre opera nel campo della termoidraulica e nella manutenzione – spiega Vito Fedelfio, titolare della Varese Termica – Ho imparato a lavorare da ragazzino, stando dietro al mio papà: prima ho fatto “l’artigiano di bottega” con lui e poi ho proseguito esperienza di mio papà nel 1993 con una azienda mia».
Fedelfio ha respirato il suo mestiere da sempre, ma proprio per questo non ha mai pensato di prendere il "pezzo di carta": «Io non ho un diploma: non era necessario ed era importante lavorare per imparare. Ma ho l’esperienza di oltre 20 anni, e ho fatto continuamente corsi di aggiornamento, perchè erano necessari visto che la tecnologia cambiava continuamente: li ho fatti sia nelle associazioni che nelle aziende che producevano i nuovi prodotti».
Fedelfio lavora un po’ in tutta la provincia, sia con privati che aziende: «Il mio più importante lavoro è stato partecipare nel 1995-1996 alla costruzione un impianto pilota presso una grande azienda di ricerca farmaceutica. L’impianto derivato da quel prototipo è ora una delle più importanti macchine di quella grande azienda. Ma mi capita spesso di andare dall’anziana alle otto di sera perchè perde il rubinetto, e chiedere come pagamento “mi offra un caffè”: il nostro lavoro è così».
Per il primo agosto lui non è abilitato, ma una "scappatoia" l’avrebbe: «Io potrei salvarmi, perchè mia moglie è perito chimico: potrei prendere l’espediente di farla diventare socia e responsabile tecnico e avrei risolto. Ma, se permette, è umiliante e inaccettabile per i miei 20 anni di esperienza sul campo: perchè chi andrà dai clienti a prospettare le soluzioni tecniche sarò sempre io».
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