La globalizzazione non preclude nuovi sogni
“Immutati giorni” (Nomos Edizioni) di Antonio Maria Pecchini riannoda frammenti di storia, anche dolorosi, con l'attualità «liquida»
Passato e presente si specchiano in “Immutati giorni” (Nomos Edizioni) di Antonio Maria Pecchini. Frammenti di storia, anche dolorosi, si fondono con l’attualità «liquida» e in crisi, come spiega Nino Portoghese nell’interessante prefazione “sociologica”. La poesia di Pecchini racconta più della cronaca, scava nei sentimenti dell’esistenza del singolo individuo immerso, con il suo marginalissimo sguardo, nei grandi avvenimenti della storia. E forse non è un caso che nella prima stesura questa raccolta di poesie, che abbraccia un arco temporale di vent’anni, doveva intitolarsi “A margine”, titolo della seconda parte della raccolta.
L’intimità che emerge dai versi di Pecchini hanno la forza di coinvolgere l’altro. Portoghese cita Emmanuel Levinas e allora non si puo’ non pensare alle lezioni talmudiche del filosofo francese e il riferimento all’economia di giustizia che scaturisce ogni qualvolta ci si confronta. E Pecchini l’altro lo trova nel passato, mettendo la dimensione tempo sullo stesso piano dell’essere. Guardare alla propria storia non c’entra nulla con la nostalgia. Almeno, non in questo caso. Semmai è riconoscere il presente con un filtro vissuto: «…Ci rimuoviamo esausti sotto i nuovi cieli di maggio, per regalarci un po’ di coraggio… ci scambiammo tra reduci altre promesse, mentre il presente, tra regole e ricordi, viveva la nostra stessa sorte». Il risultato è comunque coerente.
Il tema delle ideologie politiche e le utopie ad esse legate non preclude un orizzonte di speranza per i nuovi tempi. La globalizzazione, che «ciecamemente si allarga a dismisura» perché la terra promessa «tra pugni alti, non c’è più», lascia spazio a una diversa e nuova idealità che proprio nella storia trova una parte importante del suo nutrimento. E Pecchini nelle note finali al libro serve al lettore degli autentici bocconi conditi da fatti e avvenimenti storici. Certo, asettici se paragonati all’umanità che sprigiona dalla poesia, ma necessari in quanto permettono di riannondare i fili che compongono la tela dell’esistenza.
Nella migliore tradizione di Nomos Edizioni, anche “Immutati giorni”, che fa parte della collana “Poesia contemporanea”, propone un’elegante copertina (foto sopra) che riprende i motivi del tessuto millionaire coupé.
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