Sbloccati i pagamenti, il comune stacca il primo assegno (12.448 euro)
Il sindaco Fontana ordina di pagare la ditta che realizzò i lavori in via Giordani nel 2011. Aspettava da quasi due anni, era il debito più antico di Palazzo Estense
La giunta comunale ha applicato oggi, per la prima volta, il decreto che sblocca i pagamenti ai fornitori della pubblica amministrazione. L’assessore al bilancio Giuseppe Montalbetti é arrivato in comune, alle 12, con la distinta del pagamento, destinato alla ditta Ronzoni di Seveso, che dall’ottobre del 2011 stava aspettando il saldo di un lavoro per il rifacimento del marciapiede di via Giordani, la strada di Masnago che porta verso Calcinate degli Orrigoni.
I responsabili dell’azienda hanno dovuto aspettare un bel po’, e in effetti al sindaco Fontana era giunto sulla scrivania, nei giorni scorsi, un elenco delle ditte che stanno ancora aspettando i soldi. Il numero di aziende in attesa quantificato da Palazzo Estense è di 140. La Ronzoni è stata scelta, come gesto pratico e simbolico, perché era l’ultima della lista, cioè era quella che aveva l’arretrato più grave. La cifra del pagamento è di 12mila 448mila euro.
«La legge è bizantina e non si capisce veramente come debba essere applicata. Noi abbiamo voluto dare un’interpretazione più pragmatica possibile. Perciò cominceremo a pagare, e quindi non riteniamo già pagati, da domani, 1 milione e 300mila euro, ovvero il 13% di quello che si aveva in cassa al 31 dicembre del 2012. Poi vedremo».
Il dibattito è un po’ lo stesso in tutti gli enti locali. Il comune deve comunicare entro maggio quanti soldi complessivi ha a disposizione, per poter effettuare il calcolo delle risorse percentuali che, secondo i decreti, devono essere dati alle imprese. Il comune di Varese ha già anticipato molto soldi. Aveva 10 milioni di euro, nel 2012 grazie alla cessione di crediti alle banche sono stati già sbloccati 3,2 milioni Rimangono 6,8 milioni. Il sindaco vorrebbe svuotare dare il più presto possibile il gruzzolo comunale, ma bisogna capire quanto può spingersi oltre. Sostiene che la legge si può interpretare e ha deciso: «Non ci fidiamo più di questo governo che non sa neanche fare i calcoli. Non ci fermeremo a quanto già erogato».
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