Domenico Lanfranchi, presidente di commissione all’Itis di Gallarate
Il docente di storia del liceo scientifico di Gavirate è stato nominato presidente. È molto attivo negli scambi Comenius di cui il suo istituto è coinvolto
Docente di lungo corso al liceo scientifico Stein di Gavirate, il professor Domenico Lanfranchi sarà presidente di commissione dll’Itis di Gallarate. Insegnante di storia e filosofia, è molto attivo nel campo degli scambi internazionale: segue i tanti progetti Comenius in cui è coinvolto il suo istituto.
Cos’è per lei l’esame di maturità?
Premetto che preferisco la dizione ufficiale "esami di stato", perché non è compito della commissione dare giudizi sulla maturità della persona, ma solo sulle competenze acquisite. L’esame è prima di tutto l’adempimento di una prescrizione costituzionale (art. 33), la verifica dei risultati raggiunti e del lavoro svolto dagli studenti e dagli insegnanti per raggiungerli.
Come deve affrontarlo un maturando?
Fondamentalmente con grande serenità. L’esame è solo il momento conclusivo di un percorso formativo, gli studenti che hanno svolto il loro percorso impegnandosi onestamente non hanno nulla da temere.
È severo?
Non parlerei di severità, ma di serietà, necessaria sia da parte dei commissari, sia da parte dei candidati. Una commissione seria ha anche il difficile compito di capire, davanti ad un candidato in difficoltà, se ed in che misura ciò dipenda da carenze di preparazione o dall’ansia e dallo stress, una commissione che sia soltanto severa non si pone neppure il problema.
Quali materie predilige?
In generale non tendo a privilegiare una materia rispetto alle altre; una delle cose più interessanti dell’attuale esame di stato è la possibilità offerta agli studenti di iniziare il colloquio d’esame presentando un argomento di propria scelta anche di carattere multidisciplinare, in questa fase gli studenti che hanno degli interessi autentici possono farli emergere, mettendo a frutto quello che hanno imparato nello studio delle differenti materie.
Come si deve preparare un ragazzo e con che spirito deve affrontare l’esame?
Il modo migliore per prepararsi all’esame è studiare con regolarità per tutto l’anno scolastico, chi l’ha fatto può affrontare la prova in tutta tranquillità. Purtroppo spesso l’ansia da esame prende anche chi si è preparato coscienziosamente, ma ci sono esercizi di rilassamento che consentono di controllarla (chiedere ai professori di educazione fisica).
Cosa non deve fare? Qualche atteggiamento che lei non tollera
Non bisogna cercare di imbrogliare. Non tollero la slealtà, che fra l’altro espone il candidato a gravi rischi, perché la normativa prevede sanzioni molto gravi per chi viene sorpreso a copiare o a comunicare con l’esterno durante le prove.
Va aggiunto che anche in sede di colloquio i commissari possono chiedere ad un candidato di giustificare certi passaggi di una prova o di una tesina, accertando così se il lavoro è veramente farina del suo sacco.
Quanto dura la prova orale?
La prova orale dovrebbe essere contenuta nel tempo massimo di un’ora, il che significa che dedicando dieci minuti all’argomento scelto dal candidato e cinque minuti alla discussione degli elaborati, ciascun commissario dovrebbe limitare la sua parte di colloquio a circa cinque minuti, non tutti ce la fanno.
Un consiglio ai ragazzi che incontrerà.
State sereni e tranquilli! Ormai il grosso del lavoro è fatto: a meno di due settimane dall’esame non resta che revisionare con attenzione la presentazione (o tesina o percorso) a caccia di sviste o errori (può essere utile scambiarsele fra compagni di classe, gli altri vedono sempre i nostri errori meglio di noi) e fare un inventario della propria preparazione, programma alla mano ("Se mi chiedono questo, sono pronto?"); se nel corso dell’inventario emergono delle difficoltà, fare il possibile per "tappare i buchi".
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