I Sette savi alla porta di Malpensa
Dopo cinquant’anni tornano visibili al pubblicole opere di Fausto Melotti. Grazie al contributo di Sea il gruppo scultoreo torna come unico protagonista di un’esposizione fino al 10 novembre
Dopo cinquant’anni tornano visibili al pubblico i “Sette Savi”, l’opera di di Fausto Melotti, tra i maggiori esponenti della cultura artistica a cavallo tra gli anni ’50 e ’60.
Grazie al contributo di Sea, che ha finanziato il suo accurato restauro, il gruppo scultoreo torna come unico protagonista di un’esposizione, in programma dal 20 giugno al 10 novembre 2013, negli spazi della “Porta di Milano”, collocato nell’aeroporto di Malpensa tra l’ingresso del Terminal 1 e la stazione ferroviaria che conduce in città.
COS’E’ LA PORTA DI MILANO
Un’inaugurazione che si inserisce nel progetto di Sea che in questi anni ha voluto trasformare l’aeroporto da un “nonluogo” ad un luogo in grado di attirare pubblico e ricercato non solo da chi sceglie di partire in aereo.
«Inaugurare la porta di Milano con un’opera così importante – ha spiegato il presidente di Sea Giuseppe Bonomi – ci rende particolarmente orgogliosi e felici di dimostrare concretamente come il contributo al recupero e alla valorizzazione di tutto ciò che riguarda la tradizione, la cultura,e l’immagine di Milano sia un aspetto decisamente fondamentale della linea culturale di Sea».
Un’inaugurazione che arriva dopo 50 anni di oblio per le sculture: «i Sette Savi di Fausto Melotti – sostiene Novo Umberto Maerna, vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia di Milano -, opera di assoluto rilievo per il ‘900 milanese, torna visibile al pubblico in seguito ad un’accurata operazione di restauro che l’amministrazione provinciale ha fortemente voluto e portato a termine grazie alla sensibilità e disponibilità di Sea. restituiamo oggi alla comunità un bene per tanto tempo ad essa sottratto».
Curata da angela Vettese, col patrocinio della Provincia di Milano, del Comune di Milano, la mostra presneta tutte le sette sculture in pietra, ottenute sul modello di quelle in gesso, esposte alla Triennale nel 1959.
Questa versione dell’opera venne commissionata dal Comune di Ialno a Fausto Melotti per adornare nel 1961, il giardino del liceo Classico Giosuà Carducci di via Beroldo, e fu selezionata da una commissione composta da architetti di grido dell’epoca.
Fu pagata 5.805.000 lire, una cifra considerevole per i tempi anche se, visto il valore odierno delle sette sculture, fu anche un lungimirante investimento economico.
nel 1964 due statue vennero danneggiate; da allora giacevano in un deposito del Liceo classico Carducci, in attesa del suo recupero.
«Un’opera che rappresenta compiutamente il pensiero di un’artista e la fecondità creativa di un periodo fondamentale per l’arte milanese e italiana – Filippo del Corno assessore alla cultura del comune di Milano – e che sarà proposta alla sguardo e alla riflessione di tutti coloro che a Milano arrivano e da Milano partono».
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