Paolo VI, Tomasini: “Perchè non dedicare le sale a qualche cardanese?”

L'ex assessore critico sulla scelta della giunta dell'intitolazione a Ipazia di Alessandria, Sibilla Aleramo ed Elsa Morante. «Evidente la non sobrietà di scelte seppur legittime»

Enrico Tomasini, ex assessore di Cardano al Campo, propone una riflessione sull’intitolazione scelta dalla giunta di Laura Prati per le tre sale della casa Paolo VI. La struttura verrà inaugurata sabato 29 giugno e contiene tre sale dedicate a Ipazia di Alessandria, Sibilla Aleramo ed Elsa Morante.

Sabato prossimo finalmente dopo circa 34 anni dal suo acquisto, l’amministrazione di Cardano inaugura la casa Paolo VI . Ho scelto di essere presente, dopo aver seguito la questione per anni.
Con l’occasione intitola 3 sale dell’edificio a tre figure femminili del passato recente e meno recente: Ipazia di Alessandria, Sibilla Aleramo ed Elsa Morante.
Sulla scelta dei 3 nomi mi sono venute a mente 2 citazioni
« L’umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi. »
(Rita Levi-Montalcini)
"Le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza" (Rita Levi Montalcini)

Vorrei proporre alcune riflessioni su questa scelta:
1. La pari dignità di uomini e donne nasce dalla comune appartenenza alla razza umana o, per chi crede, dall’essere stati plasmati a immagine e somiglianza di Dio
2. E’ verissimo che nella storia le donne sono state discriminate a tutti i livelli, sociale, economico, culturale e politico, ma nella società contemporanea occidentale non è loro precluso il raggiungimento di alti livelli nella professione o la loro piena realizzazione come persone
3. A volte sono le donne stesse a desiderare di rispecchiare, soprattutto nel fisico e nel modo di vestire, lo stereotipo della bellezza esteriore, pensando che il bell’aspetto sia la chiave per ottenere il successo. Dalla bambola “Barbie” al sogno di fare le “veline” da molti decenni le ragazze aspirano a farsi apprezzare più per le doti fisiche che per quelle, spesso inesistenti, dell’intelligenza, della cultura, dell’impegno, del senso del dovere, della capacità di sacrificio, ecc.
4. La scelta di dedicare le tre sale a Ipazia di Alessandria, Sibilla Aleramo ed Elsa Morante non sembra rispondere solo ad una volontà di esaltare tre figure rappresentative del mondo femminile nella sua completezza, quanto piuttosto a marcare l’affermazione di una ben precisa ideologia femminista e laica, nel senso di atea o addirittura antireligiosa. Perché non scegliere, proprio per esaltare l’intelligenza, il coraggio, la creatività, l’operosità e la profondità di pensiero, donne come Santa Caterina da Siena, Edith Stein, Santa Teresa d’Avila (dottore della Chiesa), Artemisia Gentileschi (pittrice e poetessa del Cinquecento), Rita Levi Montalcini, Tina Anselmi, Madre Teresa di Calcutta, Aung San Su Kji, Benazir Buttho, Asia Bibi (che è in carcere in Pakistan perché cristiana)… Ci sarebbe stata una maggiore rappresentatività, si sarebbe evidenziata una pluralità di pensiero che è nei fatti dell’attualità come nelle vicende della storia.

Ancora una volta se ce ne fosse stato bisogno risulta evidente la non sobrietà di scelte seppur legittime, che questa amministrazione continua a fare nel nome di una ideologia partigiana che non può ne potrà mai essere condivisa da un gran numero di nostri concittadini che ideologicamente non la pensano come il nostro Sindaco ne come l’Amministrazione che lo sostiene. Perché invece non pensare a qualche cardanese, come ad esempio l’ex sindaco Enzo Milani appena scomparso?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2013
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