Domiciliari per Castiglioni: “Il carcere mi ha fatto riflettere”
L'imprenditore bustocco è accusato di evasione fiscale e riciclaggio. I giudici hanno concesso un'attenuazione della misura cautelare dopo 5 mesi di detenzione in via per Cassano
Matteo Castiglioni può scontare la detenzione agli arresti domiciliari. L’imprenditore bustocco, rinchiuso in via per Cassano dal febbraio di quest’anno con le accuse di evasione fiscale e riciclaggio, potrà fare ritorno nella sua casa dove, però, non potrà utilizzare alcun mezzo di comunicazione con l’esterno. La decisione del collegio giudicante formato da Adet Toni Novik, Maria Greca Zoncu e Daniela Frattini ha sciolto la riserva in seguito all’interrogatorio svolto questa mattina in camera di consiglio. Non è stata accettata in pieno, dunque, la richiesta del legale Marcello Elia che aveva chiesto la scarcerazione del proprio assistito. Una mezza vittoria se si pensa che il parere del pubblico ministero Pasquale Addesso, dopo l’audizione dell’imputato, è stato nuovamente contrario vista la “scarsa collaborazione” di Castiglioni.
ha fornito spiegazioni sul suo operato ma avrebbe sottolineato di aver riflettuto molto su quanto fatto durante la lunga carcerazione, rassicurando i giudici che non avrebbe più fatto ricorso a strumenti finanziari di questo tipo ma ha anche sottolineato che l’unico scopo per cui avrebbe effettuato determinate operazioni era solo quello di finanziare le proprie imprese e permettendone la continuità operativa. Il giudice lo avrebbe anche esortato a rivolgersi ai commercialisti (nell’inchiesta era finito anche Gabriele Tosi che ha patteggiato 3 anni e 2 mesi, ndr) non per pagare meno tasse ma per pagare il giusto e avrebbe anche rievocato le parole del premier Enrico Letta che proprio ieri aveva annunciato la linea dura nei confronti di coloro che detengono patrimoni all’estero. La decisione dei giudici, dunque, segue quella di mercoledì che ha ammesso l’imprenditore al rito abbreviato.
La vicenda di Castiglioni è paradigmatica del periodo che si sta vivendo. Secondo l’accusa la sua famiglia deterrebbe un tesoretto all’estero di almeno 10 milioni di euro, depositati dal padre nei decenni scorsi, e grazie al quale si sarebbe finanziato utilizzando società off shore in paradisi fiscali gestite da prestanome. I soldi di questi “autoprestiti” tornavano poi all’estero con tanto di interessi. A Castiglioni sono contestati anche una serie di reati satellite come l’intestazione fittizia di società, tra le quali una è servita ad acquistare un catamarano del valore di oltre un milione di euro e un’altra per poterlo utilizzare in paesi a fiscalità agevolata, fingendo di noleggiarlo. All’Agenzia delle Entrate, dopo un primo versamento di 2 milioni di euro, contestano il mancato versamento di circa 3 milioni di euro tra tasse e sanzioni.
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