Gli ex lavoratori di Eurofly: “Ci siamo anche noi”
I dipendenti del vettore inglobato da Meridiana nel 2007 vogliono far sentire la propria voce: "Siamo in cassa integrazione e fra meno di due anni ci licenzieranno. L'azienda favorisce Air Italy"
Meridiana non è solo Sardegna, ma ha un cuore che batte ancora in Lombardia, a Malpensa. Detto della situazione di Air Italy, c’è un’altro pezzo della compagnia dell’Aga Khan che è in fibrillazione: la ex Eurofly, assorbita da Meridiana nel 2007 (dal 2010 incorporata in MeridianaFly). Compagnia fondata nel 1989 con il cuore a Malpensa, da dove partivano la gran parte delle rotte verso le mete più ambite del turismo nostrano (Mauritius, Zanzibar, Seychelles, Malè, Cancun solo per citarne alcune). I suoi 734 dipendenti da 26 mesi sono in cassa integrazione, ammortizzatore sociale che terminerà tra 22 mesi, quando scatterà la mobilità (per 3 anni). Il tutto dovuto alla crisi della compagnia “madre” Meridiana, che in totale ha in cassa integrazione 1.350 dipendenti. La maggior parte di quei 734 lavoratori era ha come base Malpensa, persone con famiglie e mutui da pagare nel Varesotto che tra poco meno di due anni dovranno fare i conti con i licenziamenti programmati per alleggerire i costi della compagnia. All’interno di Meridiana si sta vivendo un vero e proprio scontro, dettato dalle scelte dei vertici del vettore dell’Aga Khan che, secondo i dipendenti di MeridianaFly che hanno anche protestato all’aeroporto di Olbia lo scorso lunedì, starebbe procedendo con una politica volta a favorire i lavoratori di Air Italy: questo perché il contratto dei dipendenti della compagnia fondata nel 2005 dal comandante Gentile hanno un accordo meno oneroso di quello degli ex Eurofly e degli stessi Meridiana. Qualcuno parla di vero e proprio “dumping” interno all’azienda, con assistenti di volo e piloti di Air Italy che lavorerebbero al posto di quelli di MeridianaFly, costretti a stare a casa: c’è chi ha lavorato in questo 2013 solo 2/3 settimane in otto mesi. Da
dicembre 2012 la situazione è precipitata, con la cassa integrazione a rotazione e la diminuzione della flotta di MeridianaFly. I lavoratori ex Eurofly temono che finendo i loro ammortizzatori sociali un anno prima rispetto a quelli previsti per Air Italy, la proprietà voglia disfarsi di loro per poi procedere ad una ristrutturazione aziendale alleggerita nei numeri: «Il problema non è dei pochi dipendenti di terra di Air Italy che dovrebbero trasferirsi in Sardegna nell’ottica di una politica legittima dell’azienda che vuole una sola sede operativa, ma piuttosto dei tantissimi che in questo momento non lavorano perché i vertici di MeridianaFly fanno lavorare gli Air Italy perchè costano meno e hanno contratti più leggeri. Non si parla di cifre folli (200/300 euro in più nei contratti degli ex Eurofly), ma la linea è questa -spiega uno degli assistenti di volo in cassa integrazione -. Siamo anche noi legati al territorio di Malpensa, abbiamo famiglie radicate qui da anni, siamo gente non più giovanissima che ha creduto di poter costruire qualcosa qui, e che adesso viene scaricata. Qualcuno ha scelto di andarsene, ma la maggior parte vive a carico dei contribuenti senza poter lavorare: una situazione paradossale alla quale l’azienda non sembra voler trovare rimedio».
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