Il geco levantino che trovò casa nella fredda Varese
La storia di questo grazioso animaletto che si nascose fra i bancali dei camion per colonizzare un deposito di aperitivi in bottiglietta
Nei tram (e non solo) li chiamano “i portoghesi”: son quelli che non pagano il biglietto e si fanno il viaggio gratis. Ma i gechi varesini (nella foto), arrivati dal Sud Italia nascosti fra i bancali in legno, hanno fatto di più, colonizzando i magazzini dell’azienda che inconsapevolmente li portò nella città giardino. La storia è di qualche decennio fa e nasce a margine della presentazione del volumetto “Rettili e anfibi della provincia di Varese” avvenuto a Villa Recalcati proprio stamattina.
Un capitoletto a parte del manuale dedicato a questi animali, infatti comprende proprio la presenza del Geco comune a Varese. Il geco? Sì, proprio lui, abituato per via delle zampette a ventosa a godersi il caldo dei muri nelle serate estive nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo: persino a notte inoltrata è possibile vederne alcuni esemplari che si scaldano vicino alle luci. Ti guardano immobili e se ne stanno appiccicati al muro; qualche volta ti entrano in camera al mare ma tempo un giorno ci fai l’abitudine.
Bene: questo piccolo rettile arrivò a Varese grazie ai cassoni dei camion, su trasporti che avevano come tappa finale i magazzini di una “nota ditta di apertitivi in bottiglietta” – scrive l’autore Baratelli – che non mettiamo molto a ricollegare alla Campari, che proprio in viale Aguggiari a Varese aveva i suoi depositi: “Si trattava di un caso eclatante – scrive ancora il naturalista – di importazione da altre zone mediterranee tramite i bancali delle bibite”. Ma il magazzino chiuse, e attualmente non si hanno più notizie di questa colonia, anche se c’è chi giura di vedere di tanto in tanto, in alcune località del Varesotto, alcuni esemplari di questi gechi immigrati. Come avviene per esempio a Milano dove sulle facciate di alcuni condomini, spiega ancora Baratelli, resiste al freddo del nord, scaldato dal calore dei muri di alcuni palazzoni. Almeno fino all’arrivo dell’estate, quando diviene re incontrastato di attici, verande e balconi.
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