Quel “polentone” che ha fatto rivivere Boccaccio
Bruno Corti, affezionato lettore di Varesenews è stato premiato ex-aequo insieme ad altri lettori per aver scritto 100 tweet sulle novelle del Decameron. Il suo account? @panisciora: il nome in dialetto della polenta “aggiustata”
Amare, e conoscere così bene la lingua di Giovanni Boccaccio da farla rivivere in 140 caratteri esatti, giorno per giorno. Un’orazione culturale che è valsa a Bruno Corti (a destra nella foto), grande lettore di Varesenews, protagonista del #141tour a Caldana, frazione di Cocquio Trevisago, la premiazione avvenuta il 16 di novembre a Certaldo per un concorso realizzato dalla Società Dante Alighieri.
A 700 anni dalla nascita di Giovanni Boccaccio, infatti, la Società Dante Alighieri, tramite la redazione di “madrelingua”, ha sviluppato il progetto “Decameron in 100 tweet”: si tratta della riscrittura collettiva del capolavoro dell’autore di Certaldo. Dal 1° agosto all’8 novembre sono stati pubblicati su twitter (twitter.com/la_dante) ogni giorno su due “twoosh”, vale a dire cinguettii di 140 caratteri esatti, uno metrico e uno narrativo, per ciascuna novella del Decameron.
E lui, Bruno, grande passione per la letteratura italiana, non s’è tirato indietro; anzi: giorno dopo giorno ha tweettato dal suo account “@panisciora”.
Il concorso funzionava così: “Per 100 giorni consecutivi abbiamo proposto due sintesi, una narrativa e una metrica, di ciascuna novella del Decameron – spiegano dalla Società Dante Alighieri – . Le sintesi, di 140 caratteri esatti (la misura di un "twoosh"), volevano invitare i nostri lettori su Twitter @la_dante a inviarci le loro versioni. Ne sono arrivate circa 2.000.
Lo spirito del progetto è stato giocoso, ma scientificamente accurato: per fare una buona sintesi delle novelle è necessario leggerle con attenzione, perché 140 caratteri sono davvero pochi. Molti partecipanti hanno dato prova di grande creatività e alcuni di loro hanno partecipato quasi quotidianamente. Abbiamo dunque raggiunto il nostro primo obiettivo: creare una comunità vivace, capace di alimentare il dibattito sui temi più centrali per la Società Dante Alighieri e per ‘madrelingua’».
Ma da dove ha trovato lo spunto Bruno, che vive nella splendida e tranquilla “contrada Carnisio”, nel cuore della frazione montana di Cocquio Trevisago?
«L’idea mi è venuta dopo che avevo già vinto nei mesi scorsi un concorso del genere organizzato dalla Rete 2 della radio della Svizzera Italiana. Quando la Società Dante Alighieri ha proposto questa idea di twittare tutto il Decameron mi sono lanciato ed è nata una vera e propria fucina di idee con molti dei partecipanti – ci racconta, naturalmente dalla chat di facebook – . Ho privilegiato la composizione in metrica ma sono stato premiato per la creatività per la novella di Caterina e l’usignolo della quinta giornata di racconti. In maniera piuttosto "folle " ho usato i primi versi della canzone "Caterina" di Perry Como (guarda il video)e a quanto pare ho raccolto moltissimi consensi.
La letteratura italiana è sempre stata nelle mie corde e il Boccaccio così come l’Alighieri è uno dei sommi autori che hanno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo della letteratura italiana in volgare».
C’è un’ultima curiosità: cosa vuol dire “panisciora”, cioè il nome del suo account di twitter? «Panisciora (anche se sarebbe meglio dire panisciore) è il soprannome che abbiamo noi travedonesi, ed è la tradizionale polenta molle conciata con burro latte e formaggio che i nostri vecchi preparavano e che ora viene proposta in ben poche occasioni (e qui si potrebbe aprire una gran parentesi sul mantenimento delle vecchie tradizioni…)».
Come dar torto a questo “polentone” con la passione per le tradizioni, che ha fatto rivivere a suo modo il papà della nostra lingua?
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