Rame e armi, cinque arresti per furti nel Varesotto

In manette i componenti di una banda che colpiva soprattutto aziende e fabbriche anche del Milanese. In un colpo sottratte anche armi da fuoco

rame carabinieriVia i quadri elettrici, via le canaline contenenti i fili dell’oramai pregiato metallo: alla fine il lavoro rendeva centinaia di chili dei rame, che veniva piazzato da ricettatori. In tutto una vera e propria associazione a delinquere sgominata dai carabinieri del Reparto Operativo di Varese, con il supporto dei comandi Arma di Busto Arsizio, Gallarate e Legnano, che hanno dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare (di cui 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emesse nei confronti di appartenenti ad un “sodalizio criminale” dedito ai colpi in complessi industriali e in abitazione nelle province di Varese e Milano.
Le accuse a vario titolo riguardano anche attività di ricettazione – per la rivendita dei proventi dei furti perpetrati – e la detenzione e il porto illegale di armi comuni da sparo, oltre che il danneggiamento a seguito di incendio per uno specifico episodio accaduto nel settembre 2012.
A finire in manette i fratelli G. M., 51enne e P. M., 45enne, ambedue gallaratesi con precedenti di polizia; G. F. 57enne di origini lucane, senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine; A. P., 65enne di origini venete residente a Legnano; T. T., 51enne di origini pugliesi residente a Legnano (MI).
Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip Patrizia Nobile del Tribunale di Busto Arsizio (VA) su richiesta della Procura della Repubblica, conclude l’indagine avviata dal Nucleo Investigativo di Varese nel giugno 2012 e coordinata dal P.M. Mirko Monti, che ha permesso di individuare le responsabilità nonché di ricostruire le dinamiche del sodalizio, i cui promotori, identificati nei due fratelli gallaratesi, avvalendosi della collaborazione di G.F., erano dediti in maniera esclusiva ai furti di rame e materiali ferrosi in genere da complessi industriali, spesso manomettendone dapprima i quadri elettrici per poi procedere a smontare completamente il relativo cablaggio, ricavandone così, di volta in volta, svariate centinaia di chili di rame.
La successiva ricettazione del materiale avveniva, senza soluzione di continuità, al termine di ciascun furto, mediante la compiacenza di A P., titolare di una ditta impegnata legalmente nel settore nella raccolta e riutilizzazione di carta e materiali ferrosi.
Gli stessi erano anche dediti ad effettuare furti in abitazione e in esercizi commerciali, arrivando persino ad asportare generi alimentari.
Proprio nel corso di uno dei furti perpetrati in abitazione, i malfattori si erano appropriati di alcune armi, regolarmente detenute dal proprietario. Le stesse, inizialmente occultate in un’area boschiva di Cardano al Campo (VA) – come ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese a seguito di un’accurata analisi degli elementi indiziari raccolti – venivano cedute in “conto vendita” a T.T., particolarmente inserito nello specifico contesto criminale il quale le aveva prese in carico presso il proprio bar. Pertanto, il 2 agosto 2012, i Carabinieri rivenivano in Daverio (VA) all’interno dello stesso, un fucile automatico di fabbricazione cinese marca “Norinco” mod. FGR-3 cal. 5.56 x 45, riportante regolare matricola, completo di n. 3 caricatori e n. 13 munizioni (il tutto provento del furto perpetrato il 24 maggio 2012 a Lonate Pozzolo).
Il 20 ottobre successivo i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno proceduto a denunciare in stato di libertà per “ricettazione” i fratelli M. unitamente a V.F., 48enne di Varese, poiché, a seguito di una mirata serie di perquisizioni domiciliari, venivano trovati in possesso: 1400 capi di abbigliamento; 1 pistola tipo “scacciacani”, completa di n. 3 caricatori;5 personal computer di varie marche; 3 computer portatili; 5 telefoni palmari; 1 visore notturno; monili in oro e materiale vario: tutto materiale di provenienza furtiva, già restituito ai legittimi proprietari.
Il sodalizio si è dimostrato anche capace di commettere gravi atti intimidatori pur di marcare la propria supremazia territoriale nel settore dei reati predatori, come dimostrato dai fatti accaduti il 14 settembre 2012 a Nova Milanese (MI), quando i fratelli M. sono accusati di aver dato alle fiamme – in circostanze che sono ancora al vaglio degli investigatori – il veicolo marca “BMW” di un giovane del posto, andato completamente distrutto nella circostanza. Nel complesso le attività hanno consentito di attribuire alle responsabilità del sodalizio il furto di 6 armi da fuoco, numerosi apparati informatici tra i quali computer e telefoni palmari, circa 2000 capi di abbigliamento, 2500 euro in contanti sottratti al “Circolo Cooperativo Familiare” di Caidate (VA) a seguito della forzatura delle slot machines presenti e oltre 2.000 kg. di rame e ottone, rivenduti al prezzo di 3.50 euro al chilo.

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Pubblicato il 07 Novembre 2013
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