Il commiato di Nicora dopo dieci anni: “I sindaci passano Cazzago resta”
Dopo due mandati il primo cittadino si prepara a lasciare gli uffici vista l'imminente sfida elettorale. Il suo saluto affidato a Facebook
Nulla dà la dimensione di che cosa significhi il ruolo della politica come il rapporto che si crea fra il sindaco di un piccolo paesino e la sua comunità. A Cazzago Brabbia è così e le parole di commiato scritte dal sindaco uscente Massimo Nicora ne sono un bell’esempio.
A Cazzago Brabbia tutti si conoscono e se ti sei trasferito in paese da meno di due generazioni sei ancora chiamato “il milanese” o l’”azzatese”. Il sindaco Nicora, ad esempio, è l’”azzatese” perché il padre si era trasferito in paese dal vicino comune lacustre. Cazzago Brabbia è un paese molto piccolo ma con alcune caratteristiche non trascurabili. Su tutti la bellezza dei luoghi che custodisce (li abbiamo visitati con la nostra tappa del 141 tour) e, va detto, l’importanza di alcuni residenti “illustri” (il plenipotenziario leghista Giancarlo Giorgetti, il banchiere Ponzellini, uomini di cultura come Luigi Stadera, la compagnia di Chicco e Betty Colombo, il pescatore Ernesto Giorgetti e tanti altri che si potrebbero aggiungere alla lista).
Massimo Nicora, in questi anni da sindaco, tutte queste peculiarità ha imparato a conoscerle e ora, dopo 10 anni alla guida del comune, lascia l’incarico all’imminente sfida elettorale. E la sua comunità ha deciso di salutarla con un post su Facebook che copiamo integralmente:
Stavo per scrivere che sono ormai dieci anni che questo ufficio è diventata la mia seconda casa, ma non è vero. È stato, spesso e volentieri, la mia prima casa. Qui ho avuto tante soddisfazioni e qualche delusione, ho incontrato persone speciali e qualche rompiscatole, ho fatto progetti, passato le mie "vacanze", i weekend, le sere. Una volta mi ci sono persino addormentato… Se dovessi tornare indietro però lo rifarei senza ripensamenti. Ognuno di noi, almeno una volta nella sua vita, dovrebbe farlo perché così capirebbe cosa significa amministrare il proprio paese, affrontare e risolvere i problemi, trovare le soluzioni. Dopo dieci anni devo dire che mi spiacerà abbandonare questo posto e lasciarlo a chi verrà dopo di me, ma è giusto così. Nel frattempo mi sa che dovrò iniziare a poco a poco a fare gli scatoloni. Dovrò metterci dentro dieci anni anni di vita che non sono pochi. E dovrò iniziare a pensare a come staccare il cordone ombelicale che mi lega al mio paese per affidarlo a chi verrà dopo di me. Ma per questo c’è ancora tempo. Ora è il momento di affrontare lo sprint finale, di portare a compimento gli ultimi progetti in atto e di mettere il mio successore nelle migliori condizioni possibili di amministrare. Perché tutti noi passiamo, ma Cazzago resta…
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Ennio Doris, il film sul banchiere è firmato dal regista varesino Giacomo Campiotti
Felice su Sono soprattutto stranieri e sportivi i turisti che apprezzano sempre di più il Varesotto
YORK su Nuovo sgombero al campo nomadi di Gallarate, polizia e carro attrezzi al lavoro dal mattino
massimiliano_buzzi su Si affida ad un professionista per rivalersi sul medico che aveva sbagliato diagnosi ma viene truffato
Ombretta Gianni su Le barche d'epoca di Laveno Mombello al Festival internazionale di Sète
PaoloFilterfree su Il PD: "Lega a Varese già asfaltata due volte, loro a caccia di like e noi stanziamo 3,5 milioni per le strade"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.