“Malacorrispondenza” a Cuasso, il sindaco annuncia azioni legali
L’annuncio è di Massimo Cesaro,ma ad affiancarlo ci saranno anche altri sindaci dell’Alto Varesotto i cui paesi sono penalizzati dalla gestione dei servizi da parte delle Poste
«Le ipotesi che stiamo valutando sono due. Un esposto alla Procura della Repubblica perché verifichi se il comportamento tenuto da Poste Italiane non finisce per violare il sacrosanto diritto a ricevere la corrispondenza o gli avvisi di corrispondenza giacente; l’altro è una class-action sempre contro le Poste perché il disservizio continuo provoca danni anche economici ai residenti». L’annuncio è di Massimo Cesaro (nella foto), sindaco di Cuasso al Monte, ma ad affiancarlo ci saranno anche altri sindaci dell’Alto Varesotto i cui paesi sono penalizzati dalla gestione dei servizi da parte delle Poste. Il primo ad aver aderito, stamane, è Arnaldo Tordi, sindaco di Cadegliano Viconago.
La questione affonda le radici ormai nel tempo. Tre anni fa Cesaro convocò in Comune a Cuasso l’allora direttore provinciale delle Poste quando all’orizzonte si prospettava la chiusura di uno dei due uffici postali presenti sul territorio. La scelta era fra lo sportello di Cuasso al Piano e quello di Cuasso al Monte. Dopo una serie di contatti fra Comune e direzione provinciale delle Poste, il sindaco di Cuasso costrinse le Poste al dietrofront. I due uffici postali sarebbero rimasti aperti anche se a giorni alterni. Una soluzione tutto sommato accettabile che veniva incontro alle esigenze di una regolare distribuzione della corrispondenza e al mantenimento del servizio di sportello per il pagamento di conti correnti o per la riscossione delle pensioni per coloro che non le accreditavano ancora su conti correnti bancari o postali.
Quando la Direzione provinciale cambiò responsabile, il nuovo direttore comunicò che, in una prospettiva di risparmio e contenimento delle spese, Varese avrebbe chiuso l’ufficio di Cuasso al Piano, garantendo l’apertura tutti i giorni di quello di Cuasso al Monte. Senonché i problemi non erano finiti. A Cuasso al Monte l’apertura cominciò ad andare a singhiozzo per assenze o ritardi dell’addetta di sportello. Le immediate proteste del Comune portarono alla sostituzione dell’impiegato ma Varese trovò una soluzione forse ancora peggiore, inviando a Cuasso un dipendente residente a Busto Arsizio che, per spostarsi usava solo mezzi pubblici. Risultato, altre proteste. Lamentele che sono cresciute negli ultimi tempi. Fallita ogni ipotesi di trovare una soluzione con Varese, Cuasso ora passa decisamente all’attacco. Da qui le due proposte del sindaco che, per essere ancora più forti, saranno sottoposte anche ai sindaci dei paesi vicini che saranno per di più interessati da una nuova e draconiana decisione che pare stia maturando a livello nazionale alle Poste.
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