“Abbattiamo Palazzo Minoletti”

Nelle settimane in cui l'edificio razionalista di Piazza Garibaldi ospita una mostra con le ipotesi di recupero, l'ex sindaco Angelo Luini rilancia la proposta più radicale: "

«Abbattiamo palazzo Minoletti». Una posizione radicale, quella dell’ex sindaco Angelo Luini, che torna a riproporre la soluzione drastica oggi, nei giorni in cui nel palazzo razionalista firmato da Giulio Minoletti è in corso una mostra con possibili idee di recupero. Lo fa ponendo anche una serie di domande sul valore dell’edificio

E’ noto che da anni chi scrive propugna la demolizione dell’ex Casa
del Fascio di Gallarate.

L’idea di demolire il famoso "cardenzone " che fa mostra di se’ in Piazza Garibaldi,non e’ solo una mia idea ,ma e’l’idea di migliaia di cittadini.
Mentre l’idea di mantenere in piedi " il mostruoso obbrobrio " e’ sostenuta da un cenacolo di illustri professionisti e di presunti cultori dell’arte. Verso i cultori dell’arte non e’ il caso di spendere parola,poichè con il nulla e’ impossibile dialogare. Nei confronti degli illustri professionisti e’ necessario dialogare e porre precise domande.

Detto cio’ , nessuno mette in dubbio che l’ex Casa del Fascio rappresenti un ‘opera architettonica di ispirazione razionalista.

E’ qui la prima domanda.

E’ sicuramente certo che l’opera per tutte le sue caratteristiche sia ascrivibile al periodo del movimento razionalista in architettura ? Vi e’ da spiegare come maii la facciata non sia lastricata di marmo come nelle opere del Piacenti o del Terragni.

C’e’ da domandarsi perchè’ la struttura non abbia l’aggetto per consentire all’oratore di parlare alla piazza.
Forse il progettista si e’ ispirato all’edificazione di immobili per la prima mostra nazionale delle bonifiche nel 1932. Infatti, il padiglione costruito per tale manifestazione ricorda molto la casa del fascio di Gallarate. Altro esempio di struttura alla Minoletti la troviamo negli edifici costruiti per la mostra autarchica del Minerale italiano del 1938.
Pare insomma desumersi che l’idea della Casa del Fascio di Gallarate piu’ che da una precisa filosofia architettonica rappresenti solamente un contenitore per le mostre del regime.

Da qui la seconda domanda ?

Quale e’ la peculiarità’ che emerge e differenzia gli edifici provvisori voluti dal regime per celebrare se stesso, dalla struttura della Casa del Fascio di Gallarate ?

Terza domanda.

Come mai la disposizione delle aree interne non segue le tipiche planimetrie del Piacentini e del Terragni,dove l’autorevolezza della scala dava il senso ,che in cima si esercitava il potere ?

Quarta e ultima domanda.

Perchè’ la copertura dell’edifico non trova,alcun simile nelle altre strutture dei palazzi razionalisti,tipo la Casa del Fascio di Como.

Le risposte a queste domande daranno ,forse maggior credito a chi sostiene la tesi della demolizione dell’edifico,visto che nel contesto generale la Casa del Fascio "nulla " ha che da spartire con gli edifici che la fronteggiano.

Abbattere la Casa del Fascio di Gallarate vuol dire, dare dignita’ a Piazza Garibaldi e far "splendere " la Chiesa di San Pietro. Unico vero monumento della Città’.

Altro che uno scatolone piastrellato di terraglia verde e da un’infausto retro palazzo che ricorda piu’ che le case ALER che la moderna architettura.

C’e’ solo da sperare che in tutto questo l’amministrazione Comunale, prima di buttare altri soldi, per ristrutturare l’irristrutturabile voglia anche sentire la voce dei cittadini contribuenti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2014
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