Disturbi dell’apprendimento: “La sfida è assicurare il diritto allo studio”
Oltre 500 persone hanno preso parte al convegno "Dai DSA ai BES: il lavoro integrato tra i servizi sanitari e la scuola". Dopo le novità legislative sulla dislessia, ora ci si concentra sui bisogni educativi speciali
Sono oltre 200.000 gli studenti in Italia con disabilità o difficoltà di apprendimento. A Varese sono 15.000 di cui 9.000 con problemi di apprendimento generali, 3000 con handicap certificato e 3000 dislessici: si tratta circa del 15% della popolazione studentesca. La questione emerge con sempre maggiore forza nelle scuole di ogni ordine e grado nonostante ci siano pressioni perchè non si medicalizzi ogni problema che possa insorgere nello studio.
Questa mattina, al centro congressi De Filippi di Varese si è svolto un convegno dal titolo “Il lavoro integrato tra servizi sanitari e la scuola”. Organizzatore il professor Cristiano Termine, uno tra i maggiori esperti a livello nazionale e neuropsichiatra infantile all’ospedale Del Ponte di Varese:

Quali sono i problemi legati all’apprendimento
Il vademecum per i disturbi dell’apprendimento
« Oggi la sfida culturale nuova è quella di aprire a tutti i casi di difficoltà , ai bisogni educativi speciali. La legge 170 ha dato finalmente un inquadramento giuridico ai DSA ( dislessia), ma va fatto ancora molto sul fronte del bisogno. La giornata di oggi tende a equiparare le due grandi aree di difficoltà per avere un approccio analogo. È una sfida innanzitutto culturale.».
La legge 170 ( il testo della normativa ) ha introdotto delle regole di comportamento e di certificazione precise sui disturbi dell’apprendimento ( dislessia, discalculia, disgrafia). La Regione Lombardia, nell’adottare la legge, ha disposto delle linee guida in base alle quali la certificazione è fornita solo da una delle equipe accreditate presso la regione stessa ( l’elenco delle equipe certificatrici) . Un’innovazione introdotta anche per cercare di eliminare le lunghe liste d’attesa dei reparti di neuropsichiatria infantili della sanità pubblica. Da circa otto mesi, dunque, solo i certificatori possono rilasciare dichiarazioni valide per la scuola: al pubblico, si affiancano operatori privati i cui costi variano da 600 a 2500 euro. L’Asl ha intenzione, dall’estate prossima, di fornire all’utenza la maggior quantità di informazione sulle equipe partendo anche dai costi.
La maggior chiarezza raggiunta per i disturbi dell’apprendimento, si vorrebbe introdurre anche nel vastissimo campo dei BES: « La scuola fa ancora molta fatica a lavorare sui diversi livelli che la diversità propone – prof. il dottor Termine – È indubbiamente una sfida culturale importante perchè abbraccia tutte le diversità: per i BES non esistono certificazioni ma solo attenzione ai differenti bisogni che possono emergere nella crescita del singolo. È una bella sfida, per questo oggi mondo della sanità e della scuola si parlano. Occorre trovare un terreno comune. Si parla spesso di digitalizzazione: ma l’introduzione della tecnologia non deve limitarsi alle macchine. Occorre trovare un linguaggio adeguato, comprensibile ai diversi mondi che in classe si ritrivano».
La scuola che accoglie è stata invocata anche da Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale, intervenuto i apertura dei lavori: « Un tempo i ciechi e i sordi venivano penalizzati nello studio. Poi, a poco a poco, si è riusciti a superare le barriere. Oggi vediamo che finalmente il problema della diversità è stato individuato e c’è la volontà di superarlo. Il diritto allo studio va tutelato così come la centralità della persona. La scuola sta diventando sempre più multietnica e multiculturale: se non si accettano le diversità il lavoro dell’insegnante diventerà sempre più difficile. La scuola, però, non va lasciata sola ad assumersi questo compito: occorre coinvolgere la famiglia, singola o attraverso le associazioni che la rappresentano».
Tra i relatori invitati a parlare c’era anche il dr Raffaele Ciambrone, dirigente del Ministero dell’Istruzione, estensore della Direttiva ministeriale sui Bisogni Educativi Speciali. A portare i saluti istutuzionali anche il professor Simone Vender, docente di psichiatria all’Università dell’Insubria, il dottor Callisto Bravi, direttire generale dell’azienda ospedaliera di Varese e il dottor Massimo Agosti, direttore del Dipartimento Materno Infantile.
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