Legambiente sui platani: “Non possiamo liquidarli così in fretta”

Chiedono un incontro pubblico gli operatori di Legambiente prima di abbattere i due platani secolari all’ingresso della Mater Domini di Castellanza. “Sono piante che hanno marcato la vita della città -scrivono- e che hanno addirittura dato un nome ad una via"

La sezione locale di Legambiente è rimasta estramemente colpita dalla decisione di abbattere i due platani all’ingresso dell’istituto clinico Mater Domini. Una scelta criticata e che il cigno verde chiede sia maggiormente approfondita, magari attraverso un incontro pubblico. Ecco integralmente la lettera che Legambiente ha scritto su questo tema

Appreso che dal Comune di Castellanza si intende “seguire il consiglio degli esperti che hanno effettuato le indagini e seguito il comportamento delle piante negli ultimi anni, tenendo conto dell’ambito intensamente urbanizzato, provvedere alla rimozione in primavera dei due platani per garantire la sicurezza delle persone, dei mezzi e degli edifici”.
Considerato che queste due magnifiche piante sono alberi monumentali, piante che hanno marcato il paesaggio di questa parte del comune di Castellanza, tanto da essere rinomati nella via che da loro prende il nome, Via dei Platani, il circolo locale di Legambiente ha intenzione di chiedere al sindaco un dibattito aperto su questo argomento. Avendo egli già convocata la Commissione, siamo qui a volere sottolineare alcune proposte sul tema del “verde” di Castellanza, considerazioni in molto casi estensibili ai comuni vicini.
Le carie del legno che l’agronomo dottor Daniele Zanzi ha correttamente citato sono a nostro modesto parere molto evidenti in una pianta; ovvero ci sembra che il secondo platano ne sia assai meno colpito. Questa malattia è stata presente negli ultimi anni, volendo con ciò evidenziare che il temuto crollo non è avvenuto nemmeno nelle ultime burrascose perturbazioni abbattutesi sul territorio, quelle manifestazioni temporalesche che con sempre maggiore forza assumono le caratteristiche di uragani monsonici. E’ questo il segno evidente dei cambiamenti climatici oramai avvenuti. Crediamo che il loro contrasto sia possibile nel rispetto delle migliori pratiche ecologiche: perché non cominciare subito ?
Mantenendo il platano più sano, con la piantumazione di un altro piccolo, nel volgere di pochi anni potremo arrivare alla grande somiglianza del panorama ambientale di questo monumentale ingresso al parco e alla clinica Mater Domini.
Per l’aspetto legname, ci piacerebbe che la pianta abbattuta sia riutilizzata ad uso costruttivo e diventi un ricordo tangibile sotto forma di manufatto da esporre. Il legno di platano si presta ottimamente ad essere lavorato in vari modi; l’importante è non metterlo alle intemperie, essendo facilmente deteriorabile dall’umidità.
Siamo altresì preoccupati della scarsa sensibilità verso le piante sane, come di recente successo per i cipressi cimiteriali. Siamo altrettanto preoccupati che ai tagli generalizzati non segua la dovuta messa a dimora di nuovo alberi, così come la mancanza di un programma definito per le nuove piantumazioni.
Valutiamo con preoccupazione la crescente domanda di legname ad uso di combustile, quale deriva finanziaria per il maggiore prezzo della legna ad ardere. La domanda di combustibili d’origine vegetale ha alterato il mercato del legname, per cui oggi l’industria del legno di recupero è in crisi.
Vorremmo che queste nostre impressioni siano discusse e se ne possa ampliare il dibattito; crediamo che un secondo parere tecnico, data l’importanza dei due alberi, sia assolutamente consigliabile.

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Pubblicato il 11 Marzo 2014
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