“Per ricostruire la piazza partiamo dai suoi margini”
Il filosofo Carlo Maria Mozzanica ha ripercorso l’attuale crisi della piazza sostenendo che “per tornare al suo antico splendore è necessario partire da chi oggi la abita maggiormente: gli emarginati”.
Non ci sono più le piazze di una volta «quelle che erano il luogo principale per narrare, incontrarsi e raccontare». A sostenerlo e Carlo Maria Mozzanica, laureato in filosofia e specializzato in amministrazione sociosanitaria, durante l’incontro organizzato dall’associazione Ali d’Aquila nell’ambito delle iniziative di Filosofarti. Nel suo intervento il filosofo ha dunque argomentato che «la piazza è diventata un "non luogo" perchè ha perso quella sua caratteristica originaria». Le piazze di oggi sono dunque abitate principalmente da chi soffre di «fragilità immateriali nell’avere o nell’essere» e cioè poveri, emarginati, senza dimora.
E’ dunque ineluttabile dover partire da questo dato per «cercare di ricostruire la piazza come luogo di ascolto e di racconto» sempre in vista del più ampio obiettivo di «ricostruire la polis intera». In termini pratici «tutto quello che viene fatto per aiutare ai margini diventa un modo per narrare e ridare dignità alla piazza» ma che per iniziare a muovere i primi passi deve guardare alle piazze virtuali. In altre parole «oggi la piazza non vuol dir più ricostruire solamente la piazza come luogo fisico» ma è fondamentale «partire dalle relazioni coinvolgendo i gruppi che si occupano di questo» in modo che «si connettano anche tra di loro».
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