Piccolo non è più bello, all’aerospaziale serve una visione

Il distretto lombardo concentra in un solo territorio un'expertise completa, un vero primato in Italia e nel mondo. Cosentino: «Non è più una rivendicazione territoriale e nemmeno una questione regionale o nazionale. È un problema di politica industriale che altri paesi in Europa hanno e che a noi manca»

Sarebbe troppo facile racchiudere il significato dell’assemblea del Distretto aerospaziale lombardo nei numeri, seppure esaltanti, espressi prima dall’ad di Agusta Westland di Vergiate, Daniele Romiti, e poi dal presidente del distretto stesso, Carmelo Casentino. Ciò che colpisce è invece il cambio di passo rispetto a una serie di temi strategici per l’intero Paese, in cui il settore aerospaziale può fare da modello, a partire dalle politiche occupazionali, passando per la formazione integrata nel percorso scolastico, fino all’aggregazione tra imprese.
L’Agusta Westland, per combattere la battaglia della competitività con gli Stati Uniti e i Paesi emergenti, ha fatto scelte precise: i due terzi della forza lavoro sono italiani,  il 30% dei lavoratori ha meno di trent’anni, il cuore dell’azienda pulsa in Italia.  «Non ci si puo’ muovere con i tempi e i riti del passato» dice Romiti, fornendo un assist perfetto ad Alberto Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia, che di fronte a oltre duecento imprenditori del distretto, tra cui molti piccoli, attacca il suo discorso con una bordata: «Piccolo non è più bello, diciamolo. Il mercato è passato da un miliardo di cittadini a quattro miliardi. In questo contesto è il cluster il modello da seguire». Ribolla sa di che cosa parla perché lui  il cluster lo ha fatto per davvero nel settore dell’energia  e sa anche che è cruciale il passaggio dalla cosiddetta supply chain, la catena di approvvigionamento, alla value chain, cioè la catena del valore. «In Europa – ha proseguito il presidente di Confidustria – sono stati censiti duemila cluster sui quali la Ue metterà 20 miliardi di euro a seconda del loro livello». E se si vogliono intercettare i finanziamenti della Ue, bisogna salire di livello facendo investimenti.

L’Italia è un Paese strano, perché da una parte ha sempre stanziato i soldi per la ricerca nel settore aeronautico, attraverso la legge 808 del 1985, dall’altra non si è mai preoccupato di riallineare lo stanziamento con i tempi di erogazione, come se il tempo fosse una variabile ininfluente sulla competitivtà. Secondo Salvatore Mignano, dirigente del Mise (Ministero dello sviluppo economico), poiché la legge andrà in pensione alla fine di quest’anno, occorrerà pensare a un sistema «nuovo e più snello che garantisca lo stanziamento in un arco di tempo compatibile» con il mercato.

Negli hangar di Vergiate
e nelle linee di montaggio degli elicotteri è difficile trovare un lavoratore over 40, sono per lo più giovani ingegneri e periti che si aggirano tra le carlinghe con joystick e computer. L’assemblea del distretto è anche l’occasione per la firma di un protocollo d’intesa, con la Regione Lombardia,  rappresentata dall’assessore Valentina Aprea, l’Ufficio scolastico regionale e Confindustria Lombardia, per realizzare un percorso formativo in cui coinvolgere studenti, scuole, università e imprenditori, esportando un modello già collaudato in provincia di Varese.
Nei mesi scorsi è stato lanciato il progetto “1000 giovani per Finmeccanica”, per l’assunzione nelle aziende del gruppo di 2000 nuovi lavoratori. In tutto sono arrivate 56.600 risposte, 600 giovani sono già al lavoro, mentre altri 3.000 potrebbero essere impiegati nella filiera. «Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno – sottolinea Francesco Mantovani, della direzione formazione e sviluppo risorse umane del gruppo – il progetto è stato un successo, ma vuole anche dire che i giovani senza lavoro in Italia sono moltissimi. Ora siamo in possesso della banca dati più aggiornata e completa per profili e poiché riteniamo che questa sia una risorsa del Paese, a Bari abbiamo firmato un accordo con Confindustria per l’utilizzo di quei dati».
Mantovani sostiene che il rinascimento del manifatturiero debba partire dai territori. Nell’aerospaziale Campania e Puglia stanno crescendo, mentre la Lombardia concentra in un solo territorio un’expertise completa, un vero primato in Italia e nel mondo. «Ma, attenzione – avverte il presidente Cosentino (foto) – quella delle imprese del Distretto lombardo non è una rivendicazione territoriale e nemmeno una questione regionale o più solo nazionale. È un problema di politica industriale, di visione che altri paesi in Europa hanno e che a noi manca».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Aprile 2014
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