Un defibrillatore innovativo in due pazienti cardiologici

Negli ospedali di Circolo e Sant'Antonio è stato impiantato questo dispositivo salva vita. I due ospedali rientrano in un gruppo di 70 che hanno lavorato in contemporanea

Negli ospedali di Varese e Gallarate è stata impiantata una nuova tecnologia nel settore cardiologico. Si tratta di un macchinario installato in 70 ospedali italiani contemporaneamente. È un defibrillatore impiantabile, un piccolo dispositivo “salva vita” indicato per i pazienti a rischio o già rianimati dopo una fibrillazione ventricolare. Viene impiantato sottopelle, appena sotto la clavicola, con una operazione chirurgica di breve durata. Attraverso i due elettrocateteri (sottili fili isolati) riceve informazioni dal cuore al dispositivo e, ove necessario, conduce gli impulsi elettrici al muscolo cardiaco stesso. Il defibrillatore, una vera “emergency room” nel torace, è l’unico dispositivo in grado di riconoscere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa. 

«Abbiamo effettuato oggi l’impianto di questo innovativo defibrillatore – spiega il primario di Cardiologia 2 dell’ospedale di Circolo di Varese Giuseppe Calveri –  compatibile con la risonanza magnetica ad un paziente di 57 anni con affetto da cardiopatia ischemica postinfartuale; durante il ricovero il paziente ha avuto due episodi di arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare che sono stati efficacemente trattati mediante rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione elettrica esterna. L’intervento, eseguito in anestesia locale, si è concluso con successo. Circa il 63% dei pazienti con defibrillatore cardiaco dovrà sottoporsi, entro 10 anni dall’impianto, a un’indagine di risonanza magnetica, esame clinico diventato ormai fondamentale per la corretta diagnosi di molte patologie. Rispetto ai precedenti defibrillatori, la nuova tecnologia consente al paziente di accedere alle indagini di risonanza magnetica su tutto il corpo e, pertanto, di scoprire eventuali condizioni patologiche potenzialmente letali».

«Abbiamo impiantato – spiega il dottor Ivan Caico primario al Sant’Antonio di Gallarate –  questo innovativo defibrillatore, compatibile con la risonanza magnetica, ad un paziente di 63anni con una grave forma di cardiomiopatia dilatativa. L’intervento è molto semplice e si è concluso con successo. La novità risiede nel fatto che questo paziente, benché portatore di un dispositivo medico impiantabile, potrà sottoporsi, se necessario, all’esame di risonanza magnetica, fino ad ora preclusa ai portatori di defibrillatore impiantabile».

Il dispositivo, che non è sperimentale perché ha da poco ottenuto l’autorizzazione CE, è stato impiantato oggi in contemporanea con 70 centri d’eccellenza nazionali e da maggio sarà disponibile in tutta Italia. Il nuovo prodotto, che mantiene la stessa durata di batteria – fino a 11 anni- dei dispositivi precedenti, è associato ai cateteri sicuri per l’uso in ambiente RM, con 10 anni di performance garantita con controllo attivo. Il defibrillatore, inoltre, include un algoritmo esclusivo di riduzione degli shock, che permette al dispositivo di distinguere le alterazioni del ritmo cardiaco pericolose da quelle innocue. Infatti, benché la maggioranza delle scosse erogate dal defibrillatore siano necessarie per trattare le aritmie potenzialmente fatali, secondo gli studi, una percentuale pari al 20% dei pazienti impiantati può subire scosse inappropriate, in risposta ad una aritmia benigna o rumore elettrico rilevato dal dispositivo. Tale tecnologia aiuta a eliminare intervento non necessario del defibrillatore, riducendo il tasso degli shock inappropriati del 98% l’anno. 

Infine, il sistema comprende anche il nuovo monitor esterno di telemedicina che, posizionato a casa del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzando la tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale.Tutta l’attività cardiaca del paziente sarà quindi registrata per i prossimi anni senza che questi se ne accorga, proprio come una perfetta “micro spia” che, attraverso il monitor esterno di telemedicina, farà pervenire i dati diagnostici da casa in ospedale. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2014
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