In tribunale Paolo Borsellino vive
Il magistrato ucciso dalla mafia nel '92 è stato ricordato da autorità politiche e militari nell'atrio del palazzo di giustizia varesino
Si è svolta nell’atrio del palazzo di giustizia di piazza dei Cacciatori della Alpi la commemorazione dell’assassinio del giudice Paolo Borsellino (morto in seguito all’esplosione di un’autobomba in via D’Amelio il 19 luglio 1992) e dei componenti della sua scorta. La cerimonia, breve ma intensa, è stata organizzata dal consigliere comunale varesino Giacomo Cosentino e ha chiamato a raccolta le massime cariche civili e militari in provincia di Varese davanti allo striscione "Paolo Vive" portato da Palermo a Varese solo per questa occasione.
Il sindaco Attilio Fontana ha definito la cerimonia «breve ma non formale. Giusto ricordare il dramma di chi perse la vita per evitare una deriva dell’illegalità. Serve una costante e continua educazione alla legalità e serve l’impegno comune perchè la morte di Borsellino e Falcone non sia stata vana. Si tratta di di due grandi eroi della nostra società. Hanno lottato anche contro una parte delle istituzioni che li ha contrastati».
Giacomo Cosentino, che ha voluto questa cerimonia: «La lotta alla mafia movimento culturale per far capire la bellezza della libertà. Serve portare nelle scuole di Varese l’insegnamento di Paolo e Giovanni perchè questa diventi una cittá giusta che contrasta i comportamenti mafiosi. Rivolgo il mio appello ai partiti perchè chi è compromesso resti fuori. La mafia è diventata organica allo Stato perché la politica lo ha permesso». Il prefetto Giorgio Zanzi ha, invece, sottolineate che «qui non esiste una sottocultura mafiosa ma vi è una mafia economica che è da considerare la punta dell’iceberg. Dobbiamo fare in modo che la punta dell’iceberg non diventi l’iceberg».
Il presidente del tribunale Vito Piglionica: «Grazie a loro oggi si possono fare indagini più efficaci grazie a norme ispirate al loro lavoro. Grazie alla confisca dei beni possiamo rendere improduttivo il lavoro dei mafiosi». Sulla stessa lunghezza d’onda le parole del questore Francesco Messina che ha anche ricordato il suo impegno al fianco di Falcone: «Grazie a questi due eroi oggi non c’è più bisogno di eroi perchè esiste un sistema che ha fatto grandi passi avanti». Il comandante provinciale dei Carabineiri Alessandro De Angelis ha asserito che «la mafia fece un grande errore nella sua strategia perchè uccidendoli ha dato la possibilità alla stessa Sicilia di rialzarsi».
Durante la cerimonia si sono susseguiti anche gli interventi dell’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi che ha auspicato la riconvocazione della commissione parlamentare anticrimine, mentre la deputata del Parlamento italiano Maria Chiara Gadda ha posto l’accento sull’importanza del lavoro della politica che deve mettere ai margini personaggi che non vogliono stare sul sentiero della legalità. Il senatore Angelo Senaldi ha chiuso la sequenza di interventi auspicando un maggiore impegno di tutti nell’affermazione della legalità in Italia.
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