Addio al piano regionale dei rifiuti, cosa cambia per Accam?
L’approvazione del decreto "sblocca Italia” comporterà grandi cambiamenti nella gestione della spazzatura con gli inceneritori attualmente in esercizio che dovranno essere portati alla massima potenza. Ecco gli effetti che potrebbero esserci qui
E’ l’articolo 35 del decreto "Sblocca Italia", approvato un paio di giorni fa dal Governo, ad avviare una rivoluzione nel mondo dello smaltimento dei rifiuti. Se infatti fino ad oggi erano le regioni a dover assicurare piani in grado di smaltire tutto ciò che veniva prodotto, da oggi sarà una strategia nazionale a guidare il processo. In realtà sono state ben poche le regioni che hanno raggiunto questo obiettivo (tra queste c’è la Lombardia) e per raggiungere il pirma possibile l’autosufficienza nazionale il governo ha deciso che, prima ancora di avviare nuovi investimenti, gli inceneritori già in esercizio dovranno essere portati alla massima potenza per accogliere la spazzatura prodotta anche in altre aree del paese. E la Lombardia, con i suoi 13 impianti, è la maggiore candidata ad accogliere questa migrazione della spazzatura. Che cosa cambierà, dunque, per Accam?
«La situazione è molto complessa e la stiamo ancora valutando» spiega l’amministratore delegato della società, Giorgio Ghiringhelli, ma una cosa è certa: «bisognerà operare su due piani diversi, quello regionale e quello nazionale». Se infatti da un lato «il governo dice che per evitare le sanzioni dell’Unione Europea ogni impianto attualmente in funzione è importante e strategico» dall’altro la Regione «ha iniziato un piano di dismissione degli impianti nel suo territorio». In questo contesto Accam «sta preparando scenari coerenti con entrambi i piani» dal momento che «non è mai stato in discussione il ruolo di Accam, si dovrà decidere solo la modalità con cui gestire i rifiuti». Sul tavolo del comitato che sta valutando le 8 proposte non viene infatti escluso l’incenerimento «ma certo non sarà più al centro, come chiesto dai nostri soci».
C’è però un aspetto del decreto che interesserà per forza tutti i 55 impianti attualmente in esercizio: la saturazione del carico terminco. Tradotto: tutti gli impianti dovranno essere autorizzati entro 60 giorni a bruciare la massima quantità di rifiuti possibile per recepire da subito (un mese dopo) le decisioni del governo su come smaltire la spazzatura. «Questo discorso vale però per gli impianti di grandi dimensioni -spiega Ghiringhelli- dal momento che per essere efficienti i piccoli, come Accam, lavorano già al massimo (o quasi) delle proprie capacità».
L’amministratore delegato dell’impianto bustocco sottolinea però che «rispetto ad una delle bozze circolate nelle scorse settimane è sparita la dicitura rete nazionale degli inceneritori» e questo potrebbe avere rilevanti conseguenze ma precisa anche lo spostamento dei rifiuti non sarebbe una novità: «già oggi molti impianti sono stati autorizzati ad aumentare le proprie capacità del 10% per accogliere i rifiuti organici mentre ora si chiede di farlo anche per l’indifferenziato. Per non essere multati».
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