“In Lombardia arriveranno 1,3 milioni di tonnellate di spazzatura”
L’allarme arriva dall’assessore all’ambiente Claudia Terzi: "Siamo stanchi di pagare per le cattive gestioni politiche e amministrative degli altri territori -commenta l’assessore- e non vogliamo accantonare il piano regionale tanto faticosamente approvato"
Se tutto andrà secondo i piani del governo, in Lombardia arriveranno 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti da smaltire. La previsione arriva dai calcoli dell’assesore all’ambiente Claudia Terzi che lancia l’allarme: «la Lombardia non può rischiare di essere sommersa di rifiuti provenienti dalle altre regioni». E’ un attacco diretto al governo quello dell’assessore, che assicura che i lombardi sono «stanchi di pagare per le cattive gestioni politiche e amministrative degli altri territori».
Proprio per questo «non possiamo permetterci che il nostro piano rifiuti regionale approvato a giugno con fatica e responsabilità venga vanificato da un decreto romano che ci obbliga a smaltire 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti altrui». Terzi ribadisce dunque che «dobbiamo difendere con forza l’autosufficienza conquistata in questo campo e il ricorso alla Consulta è il primo passo». La Regione ha infatti portato al massimo livello lo sconto con il governo decidendo di ricorrere alla Consulta in merito alla legittimità costituzionale dell’articolo 35 del Decreto ‘Sblocca Italia’ in materia ambientale, che va contro la politica di decommissioning degli inceneritori attuata dalla Lombardia.
Ma nel frattempo il piano della giunta in ambito rifiuti va avanti. Il presidente Maroni spiega che «è necessario sviluppare adeguate forme di monitoraggio della situazione presente nella regione per quanto attiene lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali nella rete degli impianti di termotrattamento attivi in Lombardia, con riferimento alle tipologie di rifiuti, alla loro provenienzae alla programmazione temporale di trattamento». Il monitoraggio che ha in mente il governo regionale «sarà operato sulla base di dati forniti periodicamente dai gestori degli impianti» e sopratutto «potrà essere oggetto di azioni di controllo specificamente assunte per assicurare la continuativa corretta gestione degli impianti alla luce delle autorizzazioni vigenti, in collaborazione con Arpa».
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