Macchie nel lago, l’Asl attiva le analisi
Confermata la presenza di macchie che si estendono fino a 2-300 metri dalla riva. I risultati dei test che indagheranno sulle cause sono attesi nei prossimi giorni
L’azienda sanitaria locale del capoluogo sta indagando sul Lago di Varese dopo l’allarme lanciato a Varesenews da una lettrice circa le condizioni del lago.
Ieri, 3 settembre, sono stati effettuati dei sopralluoghi nelle acque di fronte alle sponde di Schiranna, Gavirate Lido e Canottieri, e nella zona di Bardello-Biandronno Isolino Virginia. Le macchie sono ancora presenti: lo hanno confermato gli stessi tecnici che hanno pure consultato pescatori e sportivi che quotidianamente tengono d’occhio quanto accade sulla superficie. Si tratta di strie di colore marrone o verde scuro che si protraggono anche per 2-300 metri dalla riva verso il centro del lago (nella foto del lettore Luca Zulianello, la situazione ieri sera, 3 settembre, a Cazzago Brabbia).
Sono stati effettuati campionamenti nelle zone di Schiranna, Gavirate e Isolino Virginia i cui risultati saranno disponibili a partire da settimana prossima.
Cosa cercano i tecnici sanitari? «Il nostro obiettivo è indagare le cause di questi fenomeni soprattutto alla luce della salute pubblica – spiega il dottor Paolo Bulgheroni, responsabile dell’unità operativa complessa (Uoc) di igiene e sanità pubblica dell’Asl di Varese – . I risultati dei campionamenti ci diranno se queste macchie sono dovute a fenomeni legati ai cianobatteri (comunemente chiamate alghe ndr), oppure se sono presenti fenomeni di natura microbiologica: escherichiacoli o enterobatteri, anche se le analisi finora effettuate hanno dimostrato che non sono presenti inquinamenti fecali in atto».
I cianobatteri – le “alghe” – come causa di quelle macchie brutte a vedersi, sembrano quindi essere l’ipotesi più probabile dei fenomeni in atto, anche se, è bene specificarlo, si dovrà attendere i risultati. Si tratta di sostenze pericolose? E da dove provengono?
«I cianobatteri sono organismi di cui è nota la presenza nel lago da tempo e in verità rappresentano l’unica causa di non balenabilità del bacino – spiega Bulgheroni . Si tratta di sostanze che “fioriscono” in determinate condizioni atmosferiche. Questo, sommato a condizioni di stress cui è sottoposto il sistema fognario in caso di precipitazioni molto diffuse, può produrre il fenomeno del bloom, del forte sviluppo in presenza di abbondanti micronutrienti. I cianobatteri possono costituire un problema in caso di contatto duraturo con le acque che li ospitano».
Quali sono i rischi? «Fare il bagno dove sono presenti questi batteri espone a rischi di dermatiti, congiuntiviti, riniti, asma. Un bagno prolungato, o una nuotata, può essere causa anche di fenomeni gastrointestinali».
Riassumendo: le forme di inquinamento nel lago possono essere di due tipi e sempre da imputarsi al sistema fognario: l’origine microbiologica (escherichia coli o enterobatteri) di cui sinora le analisi hanno scongiurato la presenze, e i cianobatteri, sospettati numero uno delle chiazze finora viste e fotografate da quanti frequentano il lago.
Il dottor Bulgheroni ricorda che già in passato il fenomeno delle cosiddette “alghe rosse” era dovuto alla presenza di cianobatteri.
«Come ufficio di igiene centrale – conclude Bugheroni – valutiamo spesso le Vas (valutazione ambientale strategica) e i Pgt (piano di governo del territorio: l’ex piano regolatore): la nostra indicazione è che venga prestata la massima attenzione da parte delle amministrazioni soprattutto dei paesi che si affacciano sul lago, affinché vengano rispettate le normative vigenti: non solo per l’ambiente e il lago, ma anche per la sua fruibilità da parte dell’uomo».
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