“Speravo di poter contare su alcuni letti in più“

All'indomani del servizio sul pronto soccorso andato in onda a Striscia la Notizia, il direttore dell'azienda Callisto Bravi chiarisce il suo pensiero e ammette la carenza di posti

Lettini nei corridoio sovraffollati, poca privacy e pazienti in attesa in condizioni definite “ai limiti della decenza”. Striscia la Notizia ha puntato i riflettori sull’ospedale di Circolo di Varese e sulle condizioni in cui versa la barellaia del Pronto soccorso mandando in onda un servizio realizzato dal conduttore varesino Max Laudadio.
Nei servizio la troupe del giornale satirico si muove all’interno del Pronto Soccorso intervistando i pazienti in attesa. L’immagine che ne esce rispecchia il quadro drammatico che abbiamo più volte descritto: «In molti casi il corridoio della barellata diventa un reparto di degenza», documenta Striscia, «manca privacy e igiene e alcuni pazienti vengono curati seduti sulle sedie». Striscia ha raccolto anche le testimonianze di alcuni pazienti che spiegano di essere rimasti ricoverati in quelle condizioni per più giorno e che a volte capita che qualcuno che si sente male viene soccorso sul posto».
Intervistato da Laudadio il direttore generale Callisto Bravi nega che la situazione sia quella descritta: «i pazienti non stanno per giorni sui lettini – dice Bravi -. Il nostro obiettivo è di diminuire questa situazione che comunque da settembre la situazione è migliorata». Il dg, a intervista conclusa, si lascia anche scappare un fuori onda che però Striscia ha registrato e messo in onda: «Lo so che la situazione è così – spiega Bravi -, che colpa ho io se hanno chiuso 40 posti letto all’esterno».

Dopo la messa in onda l’ospedale ha diffuso una nota del Direttore Generale Bravi per spiegare più approfonditamente la situazione «le immagini trasmesse da Striscia la notizia mostrano il disagio di alcuni pazienti e operatori del nostro Pronto Soccorso, che certamente ha attraversato, nelle ultime settimane, un periodo difficile – spiega Bravi nella nota – ma le cose sono state migliorate, miglioreranno ancora e non abbiamo mai rifiutato un ricovero».
Laudadio ha però annunciato che il servizio non è finito e proseguirà con la messa in onda di una nuova puntata. (GUARDA LA SECONDA PUNTATA)

La nota completa trasmessa dall’ospedale sul servizio di Striscia
"Le immagini trasmesse da Striscia la notizia mostrano il disagio di alcuni pazienti e operatori del nostro Pronto Soccorso, che certamente ha attraversato, nelle ultime settimane, un periodo difficile.
Il nostro PS presenta delle criticità, anche importanti, alle quali da tempo e con massimo impegno stiamo cercando di far fronte. Posso aver sbagliato nell’esprimermi – del resto chi mi conosce sa che non sono un bravo oratore – lasciando intendere che per me la questione fosse risolta. Certamente non è così: il problema del PS è quanto mai attuale, ma molto è stato fatto e molto stiamo cercando di fare ancora. Abbiamo riorganizzato interi Dipartimenti aziendali, abbiamo rivisitato l’attività di sala operatoria, siamo intervenuti sui percorsi diagnostici e terapeutici per limitare al massimo eventuali inefficienze e lungaggini, abbiamo acquisito sistemi di chiamata interattivi e sostituito barelle con letti per migliorare il comfort dei pazienti in PS e supportare l’attività infermieristica. 
Tutto questo ha permesso di ottenere dei risultati se consideriamo che nel 2014 l’Ospedale di Circolo ha potuto contare su una media di 35 posti letto in più rispetto all’anno prima, a dimostrazione del fatto che si poteva e si doveva fare meglio di quanto già non credessimo di fare.
Dire che la situazione del PS è peggiorata quindi non solo non corrisponde al vero, ma finisce con l’alimentare allarmismo e sfiducia nei confronti di un Ospedale sano, che offre un servizio importante al suo territorio di riferimento e non solo, che può contare e vantare numerose eccellenze, che attrae pazienti da fuori provincia e da fuori regione, che riceve numerose manifestazioni di affetto, encomio, riconoscenza da parte di tanti cittadini.
Il mio ruolo mi impone di non rassegnarmi alle difficoltà e di non accondiscendere a chi vuole vedere e prevedere solo il peggio. Piuttosto il mio compito quotidiano è procedere ogni giorno in positivo, senza nascondermi dietro le difficoltà ma cercando di conquistare ad uno ad uno dei risultati anche piccoli che però mostrino, considerati tutti insieme, la giusta direzione verso cui procedere. 
Questo intendevo dire con quella mal riuscita frase estrapolata dal contesto su ciò che io non posso dire. Non posso alimentare la sfiducia, il dubbio, l’incertezza, non posso fermarmi ad ammettere l’esistenza dei problemi senza trovare o almeno cercare di trovare le rispettive soluzioni. Ne deriverebbe un danno al nostro Ospedale, ai cittadini che vi si rivolgono e agli operatori che vi lavorano.
Quanto alla questione dei posti letto, è noto come la parte nord della nostra provincia abbia un rapporto posti letto per mille abitanti inferiore a quello che si riscontra a sud di Varese e nella media italiana: auspicavo quindi la possibilità di poter contare su alcune decine di letti in più per affrontare i momenti di forte criticità, quegli stessi momenti che, come si legge sulla stampa, interessano molti Pronto Soccorso in Italia, in particolare quelli degli Ospedali che esercitano una notevole capacità di attrazione. Ricordo ancora che il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese serve per il 40% cittadini di Varese e per il 60% pazienti provenienti da altri distretti e che potrebbero trovare risposta alle loro esigenze in strutture più vicine alle loro abitazioni. 
Tengo inoltre a fare un’ultima precisazione, che riguarda il trasporto dei pazienti in PS con i mezzi del 118. Non è mai capitato – e sarebbe grave – che un paziente trasportato in ambulanza al PS del Circolo sia stato rifiutato e rinviato altrove. Ogni paziente che arriva in PS viene preso in carico, valutato e, al termine del suo percorso in Pronto Soccorso, nel caso in cui risulti necessario un ricovero, può capitare che gli venga proposta la degenza in un’altra struttura, organizzando un trasferimento in ambulanza. Completamente diversa è la dialettica che normalmente intercorre e deve intercorrere tra i reparti deputati all’emergenza-urgenza e il 118: al 118 viene talvolta rivolto l’invito a trasportare i pazienti verso altre strutture in base agli afflussi e alle situazioni contingenti che sono tipiche dell’urgenza-emergenza. E questo anche per garantire sempre e comunque la capacità dei PS di massima specializzazione come quello del Circolo di prendersi cura dei pazienti più critici che non potrebbero trovare altrove un’assistenza adeguata". 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Febbraio 2015
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