Funziona la cura-Caja, la Openjobmetis abbatte Cremona
Varese, ferita da qualche fischio prima dell'intervallo, si scatena nel terzo periodo con Eyenga e Jefferson e ferma la corsa playoff della Vanoli (86-82)

Ci voleva una serata del genere, al PalaWhirlpool. Un match – Varese ha vinto 86-82 contro Cremona – vibrante, in cui esaltarsi e spaventarsi a momenti alternati, in cui è sacrosanto sfogarsi con gli arbitri ma pure alzarsi in piedi ad applaudire i giocatori in biancorosso, cosa puntualmente accaduta durante il giro di campo conclusivo. A Masnago si è vista una Openjobmetis capace di soffrire, di sporcarsi le mani, di reagire alle ingiustizie e – con i soliti patemi d’animo – anche di portarsi a casa i due punti nel finale testa a testa. Il tutto con pregi e difetti, ci mancherebbe: ma la cosa più importante è stata la vivacità di Eyenga e compagni, gladiatori a cui l’arena ha tributato un meritato “pollice su”.
Abbiamo citato il congolese non per caso: l’ex Nba è stato un po’ il simbolo della serata con canestri di forza e giocate spettacolari inframezzate a qualche fuori giri, ma il risultato finale è scintillante (23 punti, 5 falli subiti e 2 stoppate compresa quella che ha chiuso la gara). Con lui Johndre Jefferson, chiamato al duello dal suo predecessore Daniel fatto quasi sempre a fette dal salterino pivot prelevato da Cremona. E senza Diawara, in tanti hanno aggiunto qualcosa di positivo: se Maynor ha tirato molto male, dalle sue mani sono partiti 7 assist; se Rautins in difesa si è fatto cogliere impreparato, in attacco ha mitragliato nella ripresa. E così via, a ribaltare nel terzo periodo – parziale di 34-20, a un certo punto era 25-7 – una partita che qualche fischio orrendo aveva provvisoriamente dipinto di biancoblu. La Vanoli poi, finita sotto anche di 15 punti, ha provato di nuovo a ribaltarla: perso in partenza il confronto a rimbalzo gli uomini di Pancotto hanno riaperto il fuoco dall’arco dei trepunti, arrivando più volte vicinissimi al controsorpasso. Una dimostrazione che questa Cremona merita la posizione di classifica e può aspirare un posto ai playoff; una collocazione che la Varese di Caja – il suo impatto si vede eccome – potrebbe provare a rincorrere, ora che la salvezza è certa. Sarà difficilissimo entrare nelle migliori otto, ma un tentativo a questo punto va fatto: che ne dite?
COLPO D’OCCHIO – La “giornata dell’abbonato” aiuta: il PalaWhirlpool supera di nuovo quota 4mila e appare anche abbastanza caldo per accogliere Cremona che qui – nella attuale configurazione societaria – non ha mai vinto una partita. Il pubblico non si fa pregare quando lo speaker chiama il nome di Ed Daniel, ex che si prende una tonnellata di fischi a differenza di Mian e Mei accolti da timidi applausi.
PALLA A DUE – Come annunciato venerdì, Kuba Diawara resta in borghese accanto alla panchina a causa del problema muscolare al polpaccio. Le due ali in quintetto sono quindi Eyenga e Kangur, con Rautins che riprende il posto in guardia; a referto invece Stan Okoye, “straniero di riserva”. Cremona è senza l’infortunato Cusin e tiene inizialmente in panchina Daniel, il pivot titolare è infatti Campani. Vitali è il cervello ospite: su di lui Caja piazza l’atletismo di Eyenga.
LA PARTITA – Il primo quarto assomiglia più a un “cento metri” che a un mezzo fondo: le squadre corrono in attacco e restano a guardare in retroguardia, così il punteggio si gonfia immediatamente con Eyenga infuocato (9 punti) e Cremona che tiene avanti la testa sin quasi alla sirena dove invece comanda la Openjobmetis (27-26).
I due tecnici provano qualche accorgimento per far diminuire la grandinata di canestri e ci riescono, anche perché i giocatori iniziano a sbagliare qualcosa. Il punteggio è in equilibrio continuo; Varese segna il +4 ma viene subito riacciuffata e la parità sembra il logico finale del quarto. Non è così, perché negli ultimi 2′ succede di tutto a partire da un fallo fischiato a Kangur, immobile quando Campani gli si schianta contro. Decisione che dà il la a una serie di contestazioni (compreso il tecnico a Maynor con 2″ da giocare) che tolgono serenità ai biancorossi e regalano punti facili a Cremona – la gente, intanto, è inferocita – con gli uomini di Pancotto che vanno al riposo su un inatteso +9, 37-46.
La vecchia massima che consiglia di non svegliare il can che dorme però è sempre valida, soprattutto se il “mastino” biancorosso ha fame e cerca vendetta. I primi minuti del terzo quarto sono da tempesta perfetta: Eyenga e Jefferson giocano sopra il ferro (il pivot inchioda il pari a quota 51), Rautins arma il braccio dall’arco e Varese ribalta la partita. Sul 68-53 la gara sembra già chiusa e invece si riapre in quel momento: l’arbitro Seghetti, di gran lunga il peggiore in campo, affibia un tecnico al canadese per simulazione (era caduto dopo il tiro da 3 realizzato) e aiuta così la Vanoli a rianimarsi. Le triple in fila degli ospiti valgono il 71-66 alla terza sirena.
IL FINALE – Cremona è vivissima e dopo il +7 di Rautins (quinta tripla) risale con Bell e Vitali per il -3. Prima Eyenga e poi Jefferson – che subisce tre falli di fila – respingono l’assalto ospite e Varese viaggia tra i 4 e i 6 punti di vantaggio. Non bastano perché quando si entra negli ultimi 2′ a Maynor viene il braccino mentre Hayes con i liberi fa risalire la Vanoli sino al -2, 84-82. Manca poco, ma la chiude ancora Eyenga: canestro volante in attacco, stoppata fotonica in difesa su Hayes. Ce n’è abbastanza per decretare il vincitore, è la Openjobmetis con il DNA di Attilio Caja, stanca per il lavoro ma felice: 86-82.
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