Chiara Milani ambasciatrice di pace a Vilnius
La giornalista bustocca in Lituania per conto di Jci Varese dove è stata invitata a parlare della sua esperienza di leader internazionale

“I giovani possono e devono essere ambasciatori di pace”. Un messaggio forte e chiaro, quello lanciato in Lituania dalla giornalista bustocca Chiara Milani, presidente mondiale emerito di Junior Chamber International, e promotrice da anni di eventi a favore della pace con gli Amici del Tempio Civico sant’Anna. Un messaggio twittato e ritwittato dai giovani di tutti i continenti presenti al primo summit internazionale “Youth2Youth” promosso a Vilnius per approfondire il ruolo dei giovani nella soluzione della sfide globali e colmare i divari tra le nazioni.
Chiara Milani, socia di JCI Varese dal 2000, è stata invitata a parlare della sua esperienza di leader internazionale. “Grazie a JCI ho avuto modo di incontrare molti leader, come Papa Francesco e il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon, e tra di essi anche numerosi “alunni” della nostra associazione, come il principe Alberto di Monaco e il vice primo ministro giapponese Taro Aso. Vorrei ricordarvi non soltanto che tutti gli adulti un tempo sono stati giovani, ma anche che tutti sono esseri umani e dunque il prodotto delle esperienze che hanno vissuto… educare i giovani ad essere ambasciatori di pace, invitarli a partecipare ad iniziative come questo summit o ai progetti promossi in oltre 120 nazioni da JCI, come quelli che l’organizzazione locale di cui faccio parte promuovere da anni con il centro permanente di educazione alla pace situato di fronte al municipio della mia città natale, significa crescere leader migliori e garantire a tutti un futuro più sereno”.
“Oggi più che mai, dai tempi della seconda guerra mondiale, è necessario che il mondo in generale e l’Europa in particolare si mobilitino per la pace”, ha ricordato Milani in riferimento ai recenti fatti internazionali, tra cui il tragico massiccio esodo di rifugiati, la difficile situazione in Ucraina e i drammatici attacchi terroristici: “Non è necessario avere un passaporto diplomatico per dare il proprio contributo. Ogni cittadino può creare un impatto positivo essendo un esempio di responsabilità sociale individuale e i giovani devono avere il coraggio di agire partendo dai piccoli passi, come condividere un hashtag per affermare un comune senso di appartenenza e di fratellanza, tipo #IAmEurope”.
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