Reguzzoni: “La destra serve al Paese”

L'ex presidente della Provincia esce allo scoperto e lancia il progetto di un contenitore per contrastare il Pd. "Con la nuova legge, la Lega deve muoversi altrimenti è morta, come il resto del centro destra"

Sguardi aprile

Esce allo scoperto ed è un fiume in piena. Dopo un lungo silenzio, Marco Reguzzoni torna a parlare apertamente di politica e lo fa a modo suo, con la passione e l’irruenza che lo contraddistingue.

«Ma si sono accorti che in Italia è cambiata la legge elettorale? Per chi si occupa di politica dovrebbe esser chiaro, ma ho qualche dubbio che si stia facendo quello che serve per contrastare il partito unico».

Con chi ce l’ha?
«Con quelli che non si rendono conto che la nuova legge impone il bipartitismo e quindi siamo costretti ad andare in quella direzione se vogliamo contrastare lo strapotere di Renzi. Bossi è l’unico che dice le cose chiaramente».

E quindi? Lascia la Lega?
«Ma non ci penso neanche. Io sono della Lega e resto lì convinto. Non voglio fondare nessun nuovo partito o movimento. Insieme ad altri amici stiamo lavorando a un contenitore che metta insieme le forze del centro destra. Auspico perciò che la Lega sia la prima ad attivarsi in questa direzione, così come sta facendo la De Girolamo nell’Ncd».

Perché mai Salvini dovrebbe scegliere questo progetto visto che sta facendo crescere la Lega e lui è al massimo della popolarità?
«Perché quello che sta facendo non serve a niente politicamente. Anche se la Lega andasse benissimo e prendesse il 15% resterebbe confinata per sempre all’opposizione e alle elezioni successive crollerebbe perché non avrebbe nessuna possibilità di incidere seriamente. La provocazione per la provocazione, come andare nei campi rom a fare i comizi, serve a niente. Salvini oggi è sovraesposto mediaticamente e questo è un grande servizio a Renzi. Ma crede davvero che ci sarebbe sfida tra i due? Il Pd, malgrado i problemi interni, o vince al primo turno, o comunque in un ballottaggio con Salvini non ci sarebbe storia. I giornali lo sanno e per questo danno una mano a Renzi».

Quindi sta dicendo che la Lega è morta?
«Con l’approvazione di questa legge elettorale un po’ si. Se vogliamo battere il Pd non possiamo pensare di andare da soli. Quello sarebbe un suicidio, come lo è stato per Berlusconi accettare questa riforma. Non è più possibile fare le coalizioni e quindi serve un nuovo contenitore».

Un po’ come negli Stati Uniti? Ha in testa quel modello, vista la sua esperienza in quel paese?
«Si, penso alla realtà dei repubblicani che riuniscono tante anime dai conservatori classici al Tea party. La Lega sta naturalmente in quel campo che è un insieme di forze liberali e democratiche».

Chi si sta muovendo in Italia?
«Il progetto è quello di mettere insieme e la dimensione è nazionale e non locale, anche se vorremmo che l’esperienza parta dal basso, dagli amministratori. Qui in provincia di Varese si è già espresso a favore Gigi Farioli. Ci sono poi Raisi, ex coordinatore del partito liberale, la De Girolamo dell’Ncd, dirersi di Forza Italia e anche alcuni giovani che si rifanno all’esperienza del Tea party».

Cosa la muove dopo tanto silenzio?
«La paura della fine della politica e un po’ anche della democrazia. Non avere un vero confronto democratico che permetta l’ipotesi dell’alternanza è un rischio enorme. È la stessa sinistra del Pd a vedere bene la nascita di un progetto come quello a cui stiamo lavorando, perché si rendono conto che la situazione attuale va verso un uomo solo al comando, che è ben oltre il partito. Questo è il punto centrale. Non possiamo accettare di consegnare l’Italia a Renzi».

Lei parla solo di Salvini, ma non ci sono altri politici anche nel suo stesso partito che possano favorire questi cambiamenti?
«La vedo dura. Maroni, con la proposta del reddito di cittadinanza, strizza l’occhio a Grillo e pensa di fare un accordo con lui. Quello non ci pensa nemmeno, anche perché sa che in questo caso perderebbe voti anziché guadagnarci. In ogni caso anche lui perderebbe contro Renzi».

Insomma, stando alla sua analisi, l’unica speranza è costruire un nuovo contenitore che porti a un partito che contrasti il Pd?
«Si e non è solo per rappresentare il blocco politico del centro destra, ma per il bene di tutto il Paese».

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Maggio 2015
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Commenti

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  1. massimodettomaxime_rovera
    Scritto da massimodettomaxime_rovera

    Reguzzoni ,Degirolamo,Fitto,Letta,Civati and Friends???
    La vedo molto dura…emerge solo la voglia di bla,bla,bla,bla,,,,
    riciclo?
    Oggi in Italia vivono
    RENZI,GRILLO e SALVINI.
    Il gioco è nelle loro mani.

  2. Roberto Colombo
    Scritto da Roberto Colombo

    ho il piacere di conoscere Reguzzoni da molto tempo e mi sembra strano leggere un’analisi così zoppicante sul piano logico.

    Anzitutto l’Italicum entra in vigore il 1 luglio 2016 e in un anno può accadere di tutto: perchè correre ai ripari con così largo anticipo? Vediamo almeno dopo il voto di settimana prossima.

    Inoltre, entrasse pure in vigore l’Italicum, basta fare una lista unica per il giorno delle elezioni e poi tornare a dividersi in partiti diversi (ma alleati) appena si entra in Parlamento.
    Francamente non mi pare di avere fatto una grande pensata: è più facile arrivarci che non capirlo.

    Sembra quasi che si cerchi, più o meno disperatamente, un motivo per mettere tutto in discussione; ma forse mi sfugge qualcosa (cosa?).

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