Il giro di spaccio è su WhatsApp, cinque denunciati
Gli agenti del commissariato hanno ricostruito un giro di spaccio attraverso l'uso della popolare applicazione sullo smartphone di un minore

Nella giornata odierna, gli Agenti della Polizia di Stato hanno denunciato cinque giovani per spaccio di sostanze stupefacenti.
Il 28 maggio scorso, la Volante del Commissariato di Busto Arsizio aveva fermato e controllato un sedicenne italiano residente in città, già conosciuto dagli agenti per episodi di piccolo spaccio di cannabis, che aveva tentato di allontanarsi su una bicicletta. Addosso, in una custodia per occhiali all’interno degli slip, i poliziotti avevano trovato 13 dosi di marijuana singolarmente confezionate.
La successiva analisi dei messaggi scambiati con il telefonino dal minore¸ che come molti coetanei fa un uso intensivo e nel suo caso decisamente spregiudicato di whatsApp, in prima battuta ha permesso ai poliziotti della squadra investigativa del Commissariato di individuare due diciassettenni italiani di Busto Arsizio, fornitori di sostanza stupefacente al sedicenne già identificato e ad altri minori.
L’analisi dei cellulari dei diciassettenni ha poi a consentito di estendere le indagini sul giro dei giovani pusher e di identificarne altri cinque, tre italiani di 15, 16 e 17 anni, un romeno quindicenne e un marocchino trentaduenne residenti tra a Busto Arsizio e Lonate Pozzolo.
Tra i luoghi privilegiati per effettuare le cessioni di hascisc e marijuana in cambio di denaro figuravano parchi pubblici e luoghi di aggregazione giovanile, oratori inclusi.
Come di consueto venditori e acquirenti utilizzavano per condurre le trattative e concludere i loro affari termini in codice come “fumo” o “marrone” per indicare la droga, “micidiale, assurda, subatomica” per alludere alla sua buona qualità, “trenta amici, quanti siete, sto bene, sono a piedi” per sottintenderne il quantitativo e la presenza o mancanza.
Non mancavano neanche le minacce di interventi coattivi quando i compratori risultavano morosi non riuscendo a pagare in tutto o in parte il “cash” pattuito.
La droga venduta è costituita dai derivati della cannabis, ma da alcuni messaggi scambiati tra gli indagati si comprende come alcuni di loro facciano anche uso, almeno saltuariamente, di cocaina ed ecstasy.
Questa mattina gli uomini del Commissariato hanno chiuso il cerchio delle indagini con l’esecuzione di cinque decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Milano nei confronti dei quattro minori e del trentaduenne da ultimo identificati come pushers, tutti indagati per spaccio di droga.
Le perquisizioni hanno fatto ritrovare modiche quantità di sostanze stupefacenti e ulteriori elementi – in particolare altri messaggi scambiati con i telefonini – che rafforzano ulteriormente le accuse.
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