Nel cammino non ci sono fratelli e fratellastri

La Lombardia sorprende, per la sua bellezza, per l'accoglienza e per l'attenzione verso i pellegrini che arrivano da ogni parte del mondo

Via Francigena Lombarda da Mortara a Garlasco

“Incontro il mondo senza muovermi”. Questa è una delle frasi che mi è rimasta impressa durante il cammino lungo le tappe della via Francigena in Lombardia.

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La via Francigena Lombarda, da Orio Litta a Piacenza 4 di 51

Il sindaco di Orio Litta fa il maestro, ha la passione della bici, ma poi insieme ad altri è il punto di riferimento dell’ostello del suo comune, che di fatto è il punto di transito verso l’Emilia.

Le duemila anime che vivono lì hanno fatto l’abitudine a veder arrivare pellegrini da tutto il mondo.
Il sindaco con la sua frase racchiude bene una delle ragioni dell’accoglienza. La via Francigena facilita gli scambi e gli incontri. Così, come mi è successo giovedì sera, è una festa veder una tavola imbandita con persone provenienti da tanti stati diversi.

Ho camminato per una settimana lungo le strade della Lombardia percorrendo le tappe della Via Francigena da Vercelli a Piacenza. In mezzo a queste due città, fatta eccezione per Pavia, ho incontrato tanti luoghi a me sconosciuti.
Oggi sorrido quando ripenso alla domanda di Richard che mi chiedeva quale cammino avrei fatto dopo la Francigena. Erano i primi giorni di luglio e mancavano un paio di tappe per arrivare a Roma. La mia risposta fu categorica: “Nessuno. Non ci penso proprio a rifare tutta questa fatica”. E invece eccomi qua a raccontare un altro pezzo di strada percorsa a piedi.

Il desiderio di rimettere lo zaino in spalla e muovermi mi era venuto quasi subito dopo l’ingresso in piazza San Pietro. Dove andare è scattato automaticamente.
Quando si parla di via Francigena, ovviamente tra chi conosce già in qualche modo questo cammino, vengono in mente i tratti toscani e laziali. Insomma esattamente quello che avevo fatto io tra giugno e luglio. In questi due mesi difficilmente ho sentito qualcuno che parlasse del Piemonte o della Lombardia.
Sui Social ci sono gruppi molto numerosi che raccontano, postano foto, discutono, ma tutto gira intorno agli ultimi 500 chilometri.

Io vivo in Lombardia e così la mia parte curiosa si è messa in moto e ho iniziato a studiare le varie tappe.
Nel rimettermi in moto subito correvo il rischio di voler rivivere le stesse emozioni del primo cammino. Insomma un po’ come il voler tornare a quella esperienza che tanto mi era entrata dentro. Un rischio reale che comunque andava corso. Mi avrebbe aiutato un tragitto più corto e soprattutto il percorrerlo con un ulteriore obiettivo più consapevole: raccontare la mia esperienza anche per promuovere in modo diretto questa terra.

Le cose sono andate bene, molto meglio delle mie più ottimistiche aspettative.
Parto subito col dire che la Lombardia è bella, e le sue non sono solo tappe di transito in attesa di qualcosa di più importante. Questa settimana mi ha insegnato che nel cammino non ci sono fratelli e fratellastri. Le tappe sono tutte parti di un insieme. Ognuna ha una sua storia e una sua ragione e non ha molto senso stare a fare confronti comparativi. La stessa cosa vale per quanti dicono: “Sì, ma Santiago…”
Santiago è Santiago, così come la Toscana è la Toscana. Se qualcuno in Lombardia cerca le montagne si deve accontentare del meraviglioso skyline che va dal Monviso alle vette valtellinesi passando per il Rosa, ma di ascese farà si e no duecento metri in una intera settimana. Non per niente siamo in pianura padana.

Quelle tappe che iniziano qualche chilometro prima di Palestro hanno però un’atmosfera tutta loro. Le risaie accompagnano il cammino per giorni e giorni e con loro corsi di fiumi importanti come il Ticino, il Sesia, il Trebbia, l’Olona e per finire il principe dei nostri corsi d’acqua, il Po. I ponti, o addirittura i guadi, permettono di capire quanta ricchezza abbia il nostro territorio. Una regione che deve il suo sviluppo all’acqua e al suo scorrere. L’uomo poi, con una rete di canali, ha piegato ancor più al proprio servizio questo bene primario.
È emozionante fermarsi a parlare con chi vive questa terra e ne conosce pezzi di storia. Senti quanto orgoglio anima il loro racconto.

La Lombardia mi ha sorpreso, non tanto per la pulizia e l’organizzazione, che chiunque abbia a che fare con questa realtà conosce, ma per l’apertura delle persone verso i pellegrini. Ovunque si è accolti, e non solo dai volontari che sanno cosa stiamo facendo, ma anche da comuni cittadini. C’è attenzione e perfin cura. Questo è un tratto particolare della mia esperienza, ma non solo la mia.

Susan viene da Portland, Monique da Bruxelles. Loro mi facevano notare che si sentono sicure e tranquille qui in Italia. Mi hanno raccontato episodi di generosità attenzione nei loro confronti.
La Lombardia vede una forte presenza di pellegrini non italiani. Non esistono statistiche ufficiali, ma in diversi ostelli si inizia ad avere sistemi di registrazione e al Transitum padi, il guado sul Po, hanno addirittura sviluppato i dati degli ultimi diciotto anni. Dal 2012 la crescita è esponenziale e gli stranieri rappresentano circa il 60% dei pellegrini.
Insomma la Lombardia c’è e potrà fare una bella parte. Anche per questo ho invitato il presidente della Regione e altri a camminare un po’ con me. Non c’è modo migliore di capire se non conoscere meglio le cose, guardare, riflettere e poi studiare come migliorare.

Questo, che era uno dei miei obiettivi, si è mosso. Ora starà a loro e a chi lavora alla promozione e cura della Francigena riuscire a coinvolgere ancor meglio le istituzioni.

Il cammino di questi giorni, oltre che da Varesenews è stato seguito da alcuni giornali online e soprattutto da Radio Francigena che giorno dopo giorno ha mandato in onda il diario della tappa. Fiorella e Alberto stanno facendo un importante lavoro di promozione e conoscenza del cammino di Sigerico. Qui trovate tutti i podcast con i miei diari.

Per quanto riguarda la mia esperienza personale sono entusiasta. I chilometri fatti sono stati meno faticosi anche grazie alla maggiore esperienza. Quello però che mi resta in profondità è il senso di libertà e di unione che il cammino permette di vivere.
È una esperienza forte con tutte le proprie dimensioni: fisica, mentale e spirituale. Queste possono dialogare tra loro anche perché durante il cammino sei centrato su di te e ciò che incontri, sia questo la natura, l’arte, la cultura o l’altro. E l’incontro con l’altro è il momento magico perché anche quando dura poche ore, se non addirittura minuti, ti lascia una gran pace e tanta energia.

Mi restano negli occhi i tramonti di Palestro e Orio Litta. E negli stessi luoghi anche l’atmosfera dell’accoglienza. Gli spazi per dormire hanno entrambi una torre. Nel primo poi, Torre merlata, c’è tutto il calore di una giovane coppia che dedica il proprio tempo libero ai pellegrini. Tutte le notti ho trovato buone sistemazioni. A Mortara si dorme nei locali di una magnifica abbazia dove si può anche mangiare insieme. A Garlasco ho scelto di stare nella casa del pellegrino della comunità di Exodus e anche qui la cena e la colazione sono condivise. A Pavia c’è il bell’ostello Maria di Betlem con tutti i comfort. A Santa Cristina si è ospiti nei locali dell’oratorio e per finire a Orio nella grancia benedettina.

Ultima nota è quel che riguarda le strade. Complessivamente c’è poco asfalto e sono rari i punti realmente pericolosi o molto trafficati. Ci sono da sistemare due tre passaggi dove si rischia di perdere il sentiero. Se si usa la app di Sloways questo rischio comunque non si corre.

Voto finale per la nostra Lombardia è un bell’otto pieno e forse anche nove.

Il mio diario del cammino dalla Cisa a Roma lo trovate qui.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.

Pubblicato il 27 Settembre 2015
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La via Francigena Lombarda, da Orio Litta a Piacenza 4 di 51

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Via Francigena Lombarda, da Santa Cristina a Orio Litta 4 di 38

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Francigena Lombarda: da Pavia a Santa Cristina Bissone 4 di 36

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Via Francigena lombarda, da Garlasco a Pavia 4 di 49

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La Via Francigena da Mortara a Garlasco 4 di 41

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La Via Francigena da Robbio a Mortara 4 di 30

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La via Francigena in Lombardia: da Vercelli a Robbio 4 di 28

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