Via Francigena: Da Garlasco a Pavia
Il racconto del direttore Marco Giovannelli della quarta tappa della via Francigena Lombarda
Domani Bernard compie 78 anni. Lui ha già fatto cinque volte il cammino di Santiago e da 10 giorni con la sua amica Francoise è partito per percorrere la via Francigena. Arrivano dalla Francia e sono veri camminatori. Me ne accorgo appena mi raggiungono lungo il canale un paio di chilometri fuori dalla comunità di Exodus dove abbiamo dormito insieme. Mi ricordano l’australiano Alasdair e lo scozzese Eddie, quando nell’ultimo strappo sopra Aulla mi raggiunsero, salutarono e da allora non li ho più visti. Anche loro facevano più di 130 anni in due. Questi stranieri sono incredibili.
Bernard parla solo francese e così Francoise gli fa da traduttrice. Ieri sera abbiamo cenato insieme con i ragazzi e gli operatori della comunità. Siamo stati sotto il porticato in mezzo alla campagna della Lomellina in un silenzio assoluto rotto solo dai miagolii dei gatti, oltre che dalle nostre voci.
Bello, anche se un po’ doloroso, ascoltare le storie dei ragazzi che stanno provando a darsi un’altra possibilità. Sono storie di “ordinari” smarrimenti e abusi di sostanze. Persone con un grande bisogno di attenzione, affetto e considerazione. Loro sono giovanissimi e stamattina Alessandro dopo la colazione si avvicina e mi fa: “Oggi è un gran giorno per me. È l’ultima dose di metadone”. Questo ragazzone, con i disegni di fili spinati tatuati sulle braccia, una cresta ormai spuntata, è l’ultimo arrivato. Viene dalle Marche e si vede che è ancora un po’ spaesato.
Exodus è una comunità diversa dalle altre. Nasce con una esperienza itinerante quando don Mazzi iniziò a lavorare con i tossici portandoli via da parco Lambro e girando l’Italia in lungo e largo con loro. Una caratteristica che non è andata del tutto persa e proprio per questo hanno deciso di aprire una casa del pellegrino a Garlasco per accogliere chi cammina sulla via Francigena.
“Abbiamo fatto la formazione tre giorni con gli ospitalieri di Santiago e ora speriamo che il flusso aumenti”. Mi dice Angelo quando mi vede lungo il cammino. Mi stava aspettando dopo poco più di un chilometro dalla comunità perché quando era arrivato al lavoro io ero appena partito e lui voleva salutarmi.
Oggi è stata una tappa media. Venticinque chilometri per la gran parte ancora fuori dall’asfalto. Gli ultimi dieci tutti nel parco del Ticino costeggiando il fiume. Il paesaggio è cambiato molto anche se il protagonista agricolo rimane il riso.
Tutto il cammino fino a Pavia è uno spettacolo. Bello il sentiero, per lunghi tratti di sabbia, bello lo scenario con tantissimi uccelli diversi, bello anche il clima perché c’era una temperatura perfetta per camminare. Lungo il percorso ho incontrato Groppello Cairoli, con un cimitero davvero interessante e poi il piccolo paese Villanova d’Ardenghi. Tra i due centri una sterrata tutta di fianco ai canali.
Oggi ho di nuovo sperimentato l’accoglienza delle persone verso i pellegrini. In diversi mi hanno fermato chiedendomi di raccontargli la mia esperienza. Un pensionato che tornava dal lavoro nel suo orto mi ha visto fermo a riposare e mi ha regalato un melograno. Insomma i lombardi non sono affatto quei burberi come vengono descritti spesso.
L’arrivo a Pavia, oltre le solite routine, è stato bello ma anche un po’ impegnativo. Dopo una breve intervista con tele Pavia e la registrazione su radio Francigena, ho incontrato Emanuela Marchifava, assessore al turismo, formazione e sviluppo economico della Provincia. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata sulla Via Francigena e poi mi ha accompagnato nella basilica di San Pietro in Ciel d’oro dove si trova la tomba di Sant’Agostino. L’arca in cui si trova lo scrigno con le reliquie di uno dei padri della Chiesa è una scultura in marmo che lascia a bocca aperta. Già la chiesa merita molto, ma l’arca è davvero notevole.
“Non promuoviamo molto questo luogo, ma i turisti arrivano. Vorrei si lavorasse di più per la Francigena. Abbiamo bisogno di parlarne e di pensare a iniziative specifiche. In primavera realizzeremo una mostra fotografica dopo averci lavorato per mesi. I pellegrini stanno aumentando molto anche se è ancora difficile avere dati certi perché non esiste una rilevazione ufficiale uguale per tutti”. L’assessore conosce bene questa materia per esser stata lei stessa operatore turistico e ora siede anche nel consiglio dell’associazione europee delle vie Francigene.
Pavia richiederebbe tanto tempo, ma questo è quello che è. Non mi sono fermato un attimo a parte la doccia. Stasera altri incontri e poi a dormire presto. Domani tappa lunga con 29 chilometri per arrivare fino a Santa Cristina.
Il diario delle tappe lo potete leggere qui oppure quello dalla Cisa a Roma scaricare da Amazon.
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