Luvinate accoglie i rifugiati
Una decina di profughi ha incontrato il Sindaco Boriani. Nel corso di una cena a base di prodotti senegalesi e locali hanno parlato di integrazione e rispetto reciproco

Sono dieci, tutti tra i 18 e i 35 anni. Tutti provenienti dall’Africa. Sono ospitati da tre settimane in alcune case di Luvinate messe a disposizione da privati per accogliere i profughi.
Ieri sera, giovedì 29 ottobre, il sindaco Alessandro Boriani li ha incontrati durante una cena dove, tra un piatto tipico del Senegal e la torta di cioccolato realizzata dai volontari della Pro Loco, si sono conosciuti e hanno gettato le basi per una permanenza di integrazione e attività: « È stata una serata piacevole e molto emozionante – ha spiegato Boriani – ho ascoltato le loro storie fatte spesso di povertà assoluta, paura, violenza. Sono arrivati nel nostro paese a bordo di gommoni per sfuggire alla guerra ma anche a vendette trasversali di tipo tribale o politico o semplicemente per avere un’occasione. Mi hanno narrato, però, anche delle loro terre, dei cibi delle loro abitudini».

Con la cooperativa “Ballafon” di Induno Olona che gestisce sul territorio 140 emigranti, il Sindaco ha stretto un accordo che prevede il coinvolgimento di questi stranieri nelle attività in favore del paese: « Ho dato loro il benvenuto e ho detto che è il paese ad accoglierli e che è fondamentale il reciproco rispetto con attenzione alle nostre regole e tradizioni culturali. Ho già incontrato tutte le associazioni di volontariato del territorio con cui stiamo costruendo progetti per coinvolgerli. Si tratta di occasioni che possono riguardare piccole comunità. Sicurezza ed integrazione, legalità e partecipazione, attraverso iniziative di micro accoglienza diffusa. Questa è la strada che potrà intraprendere Luvinate, evitando speriamo ulteriori forzature poco compatibili con la nostra piccola realtà e sempre con quella sobrietà, serietà e concretezza tutta lombarda. I ragazzi hanno voluto ringraziare l’Italia per l’opportunità che viene loro offerta ed aspettano, con curiosità, di poter darsi da fare».
Intanto, nella casa parrocchiale proseguono i lavori per la messa a norma in vista dell’accoglienza di altri rifugiati: « Siamo ancora impegnati con i piccoli lavori di ristrutturazione – ha raccontato Don Norberto, parroco della comunità – procedono gli incontri con i nostri volontari, una quindicina circa, e la cooperativa Intrecci di Caritas che si occupa dell’accoglienza. Siamo ancora nella fase organizzativa»
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