Il consorzio Amsc-privato è illegittimo. “Fatto per evitare gare d’appalto”
Il Consorzio Seprium era nato nel 2004 ed è stato stoppato dai nuovi vertici di Amsc nel 2012. Un arbitrato ha chiarito che era stato creato per affidare incarichi al socio privato

Il consorzio pubblico-privato tra Amsc e un’impresa di Roma era stato creato per aggirare le (obbligatorie) gare d’appalto.
Lo ha stabilito un arbitrato, presso il tribunale civile di Busto Arsizio, che ha dichiarato nullo il consorzio Seprium, costituito nel 2004 dalla multiservizi pubblica Amsc (di proprietà di vari Comuni, con Gallarate in prima fila) e da un socio privato, la Saccecav di Roma. Al consorzio era stata affidata – senza gara – la gestione di due depuratori, quello di Vergiate e quello di Sesto Calende: il consorzio pubblico-privato aveva ottenuto l’appalto dal socio pubblico Amsc e aveva affidato i lavori al socio Saccecav. Insomma: lavori pubblici affidati a un privato senza gara, nonostante i consistenti importi richiedessero gare d’appalto aperte e trasparenti.
Operazione decisa negli anni in cui alla guida dell’azienda c’era Nino Caianiello e fermata dalla nuova dirigenza nominata dal centrosinistra (allora: Sergio Praderio) nel 2012. Dopo quello stop il socio privato, la Saccecav, ha chiesto i danni, perchè i contratti prevedevano gestioni che arrivavano al 2020 (nello specifico, per il depuratore di Sesto). L’arbitrato però ha dato ragione ad Amsc: nel pronunciamento si dichiara illegittimo l’atto costitutivo del Consorzio Seprium e si dice che – proprio grazie al consorzio – si è avuta «sistematicamente una seriale e automatica assegnazione ed esecuzione di lavori e servizi pubblici a un soggetto privato non preceduti dall’esperimento di alcuna procedura di gara ad evidenza pubblica». Traduzione: i lavori pubblici finivano in automatico sempre alla stessa azienda.
La vicenda riaccende i riflettori sugli anni in cui Amsc era guidata (nelle sue tante articolazioni) da Nino Caianiello ed è ovviamente già entrata nel dibattito politico.
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