Incidenti stradali, le storie di “quelli che si fermano”
Dopo la storia di Silvia e Davide molti lettori raccontano la loro esperienza a tu per tu durante un sinistro della strada. È quello che succede “dopo”, dove la cronaca spesso si ferma

«Mi è capitato di assistere ad un frontale. La ragazza alla guida della macchina era in stato di shock e leggermente ferita, sono rimasta con lei più di un’ora in attesa di un soccorso. Ancora oggi si ricorda di me, dopo tanti anni, non è scontato che qualcuno si fermi ad aiutare: quel giorno nessuno osava avvicinarsi, non ho ancora capito il motivo».
Questo commento è stato lasciato dalla lettrice Renata dopo aver letto la storia di Silvia e Davide, due sconosciuti, fino al momento in cui il destino non ha incrociato le loro vite per via di un incidente stradale.
Lui si è semplicemente fermato e ha prestato soccorso alla ragazza. La vittima ha chiesto a Varesenews di voler cercare il suo “salvatore” per ringraziarlo.
Aldilà della storia a lieto fine perché senza feriti gravi, e che farà il suo corso nella sfera privata delle vite degli interpreti, questo racconto ha avuto una grande eco fra i nostri lettori che in migliaia hanno seguito l’evolversi dei fatti.
In molti hanno commentato per raccontare il loro atteggiamento di fronte ad un incidente stradale. Tanti hanno spiegato come sono riusciti ad affrontare un momento difficile, con persone in pericolo che chiedevano aiuto.
Noi, come i tanti lettori, ci chiediamo come possa essere considerato un fatto eccezionale ciò che non già la legge, ma il principio di umanità dovrebbe dare per scontato: fermarsi sempre, prestare i primi aiuti a seconda delle proprie capacità, allertare i soccorsi.
Lo spiega ancora Diana: «So cosa vuol dire. Quando ho fatto io l’incidente, il ragazzo che era davanti alla mia auto è tornato indietro quando ha sentito la botta, e si è fermato con me fino all’arrivo dei soccorsi. Era lì, accanto all’auto, e non si è mai spostato».
Ricordi indefiniti di cronaca, ma anche fatti specifici, accaduti non più tardi di un anno fa come l’incidente in Pedemontana, uno dei primi dopo l’apertura della strada. Lo racconta Moira: «Sono riuscita a contattare Paolo, il ragazzo che ha dato i primi soccorsi all’auto che è stata ribaltata in pedemontana il 20 febbraio, con a bordo tre bambine tra cui mia figlia. L’ho ringraziato con tutto il cuore e ancora lo ringrazio».
Tutti fatti realmente accaduti, che di solito esulano dalla cronaca del giorno. Fatti che ritrovano vita nella sfera personale, e quindi inedita, rimasti sospesi nel limbo del non detto, nel regno del mai raccontato.
Esiste, in questi episodi, quasi la certezza che un aiuto prestato e ricevuto sia in grado di legare vittima e salvatore per il resto della vita: sono ricordi indelebili che servono invece ad affrontare la vita.
«Non pensavo di aver fatto una cosa speciale, ma fa piacere essere menzionato per un gesto positivo», ci scrive Davide, che sembra cogliere con un pensiero semplice la vera grandezza di un gesto.
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