Donato Castiglioni si difende: “Nessun ruolo di addetto ai bandi”
Arrestato nell'ambito dell'operazione Smile è stato interrogato nel carcere di Varese da dove respinge ogni addebito: «Non avevo il potere di condizionare i bandi della Regione»

«Non aveva nessun ruolo di addetto ai bandi, Donato Castiglioni risulta avere l’unico ruolo di organizzatore delle conferenze per spiegare la riforma della sanità sul territorio, dunque non poteva condizionare proprio nulla». Così spiega l’avvocato Alberto Zanzi, la posizione dell’ex-segretario organizzativo provinciale della Lega Nord, arrestato nell’ambito dell‘operazione Smile con l’accusa di corruzione.
Castiglioni è stato sentito nel carcere Miogni di Varese questo pomeriggio, venerdì. A lui il sostituto procuratore monzese Massenz addebita un episodio corruttivo consistito nel promuovere, presso l’organismo regionale lombardo preposto alla concessione dei finanziamenti da parte di Finlombarda, l’accoglimento delle domande di finanziamento presentate da Sandro Pignataro per contro di tre diverse società.
Secondo l’accusa Castiglioni, Fabio Rizzi e Mario Longo avrebbero ricevuto e accettato la promessa di una somma di denaro pari al 25% dei compensi percentuali riconosciuti al Pignataro dalle aziende che avrebbero vinto i bandi regionali.
Castiglioni, dunque, ha respinto ogni addebito e ha cercato di spiegare che quel 25% da ricevere da Pignataro non era il pagamento della corruzione. L’esponente leghista avrebbe, però, ammesso di conoscere personalmente chi si occupava dei bandi di finanziamento e di aver solo informato il Pignataro dell’iter della domanda di finanziamento.
Secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti, dunque, era Longo che invitava Castiglioni a far credere a Pignataro di aver avuto un ruolo nel successo della richiesta di finanzamenti. Ora bisognerà capire se le dichiarazioni fatte dal politico saranno sufficienti al Gip per accogliere la richiesta di revoca della misura, inoltrata dal suo legale.
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