Mirtillo in crisi, i lavoratori in presidio: “Dateci i nostri soldi”
Unishop, la proprietaria dello storico marchio bustocco, non paga gli stipendi da mesi e le trattative con i sindacati si sono interrotte: "Hanno già provato a svuotare i magazzini"

Sono davanti alla loro azienda da sabato scorso, da quando la trattativa con la proprietà non è definitivamente naufragata. Sono i 20 lavoratori di Unishop, la società che dall’agosto 2013 controlla i noti marchi Mirtillo e Ninetta, linee di abbigliamento per bambini che hanno il loro quartier generale a Busto Arsizio in via Lega Lombarda.
«I dipendenti non vengono pagati da 4 mesi e quindi abbiamo avviato un tavolo di trattativa con l’azienda» spiega Carmen Ventre della Filcam Cgil che con Alessandro Sanhueza della Tucs Uil sta seguendo la vertenza fino a quando «dopo tante promesse mai mantenute abbiamo deciso di avviare un presidio». Una scelta lungimirante dal momento che «ieri è anche arrivato un camion con l’ordine di svuotare il magazzino: lo abbiamo cacciato» raccontano i dipendenti.
Un segnale dall’allarme per quelle che potrebbero essere le intenzione di Unishop, un gruppo che conta complessivamente 60 dipendenti tra Milano, Busto Arsizio e Bologna. «A gennaio erano stati cambiati i vertici della società e ci era stato detto che sarebbero arrivati nuovi finanziatori», continuano i dipendenti, ma quella speranza di «vedere una nuova strategia dopo scelte scellerate» si è subito infranta: «non si è mai presentato nessuno».
E così, dal 1 marzo è iniziato lo stato di agitazione dei dipendenti con un presidio che andrà avanti giorno e notte davanti ai cancelli dell’azienda fino a quando la situazione non si sbloccherà. «Noi siamo ancora aperti al dialogo -tengono a precisare i rappresentanti sindacali- ma a patto che si trovino soluzioni su basi concrete per ridare ai lavoratori tutto ciò che è loro dovuto».
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