Nuove accuse per gli spacciatori della zona boschiva “quattro strade”
Lo scorso ottobre i poliziotti, dopo mesi di appostamenti e controlli su strada, erano passati all’azione sorprendendo in flagrante i cinque pusher

I cinque spacciatori di origine marocchina che erano stati arrestati lo scorso 30 ottobre, ieri venerdì 4 marzo, si sono visti notificare in carcere una nuova ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Busto Arsizio Patrizia Nobile, su richiesta della Procura della Repubblica che ha condiviso e fatto proprie le conclusioni alle quali sono giunti gli investigatori del commissariato di polizia.
Il 30 ottobre 2015 i poliziotti, dopo mesi di appostamenti e controlli su strada, erano passati all’azione sorprendendo in flagrante i cinque pusher (di età compresa tra i 20 e i 40 anni, tutti clandestini e con precedenti di polizia, conosciuti dai loro clienti con nomignoli quali “Zac”, “Mimmo”, “Simo” e “Van Damme”) mentre spacciavano droga.
I cinque, dopo essersi distribuiti ruoli e postazioni di “lavoro”, nella zona boschiva ai margini di Busto Arsizio denominata “quattro strade” (zona di “confine” con Magnago, Lonate Pozzolo e Vanzaghello), ricevevano quotidianamente la visita di numerosi tossicodipendenti, provenienti anche da altre province, ai quali vendevano dosi di eroina, cocaina e hascisc.
Il blitz della Polizia di Stato, che con numerosi agenti aveva circondato la zona prima di intervenire nel fitto della vegetazione, aveva permesso di fermare i cinque nonostante un tentativo di fuga e di sequestrare droga e denaro oltre a coltelli, un machete, una mannaia ed una pistola scacciacani utilizzati dai maghrebini per scoraggiare appartenenti alle Forze dell’Ordine o concorrenti nello spaccio.
A distanza di qualche mese da quell’intervento la squadra investigativa del Commissariato ha ricostruito una serie di episodi di spaccio di droga a numerosi acquirenti, diversi da quelli identificati il giorno dell’arresto in flagranza di reato, che hanno indotto l’autorità giudiziaria a emettere il nuovo provvedimento restrittivo, notificato ai cinque dai poliziotti nel carcere di Busto Arsizio.
L’ordinanza comporterà il prolungamento della permanenza dietro le sbarre degli spacciatori.
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