Nessuna tassa della salute per i frontalieri

Ne danno notizia i deputati Pd che anticipano l'arrivo di una circolare governativa che chiarirà che i frontalieri non sono tenuti a versare ulteriori contributi al Servizio Sanitario Nazionale

lavoratori frontalieri

Si è definita la questione relativa alla “tassa della salute” che i frontalieri italiani occupati in Svizzera rischiavano di dover pagare a seguito di una interpretazione amministrativa compiuta da alcune Asl della Regione Lombardia e della Provincia Autonoma di Bolzano.

Ne danno notizia i deputati democratici Enrico Borghi, Chiara Braga, Mauro Guerra, Maria Chiara Gadda, Daniele Marantelli, Paolo Rossi, Angelo Senaldi, Gianmario Fragomeli, Veronica Tentori, già firmatari di una mozione votata dall’aula della Camera lo scorso 11 febbraio con la quale si chiedeva al governo “ad intervenire, per quanto di competenza, sospendendo ogni iniziativa di Stato, regioni e province autonome tendenti ad introdurre un’impropria modalità di pagamento da parte di lavoratori italiani occupati in Svizzera e per i titolari di pensione svizzera per il godimento delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale”.

In questi giorni, i deputati democratici hanno incontrato più volte il viceministro all’economia e finanze, Luigi Casero, e il sottosegretario alla salute Vito De Filippo, e proprio da loro oggi hanno ricevuto assicurazione che entro domani tutte le Regioni interessate riceveranno una circolare applicativa da parte del governo in tal senso.

La circolare chiarirà che i frontalieri italiani occupati, o che hanno esercitato nel passato un’attività dipendente, nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese non sono tenuti a versare ulteriori contributi al Servizio Sanitario Nazionale, in quanto ai sensi del vigente accordo tra Svizzera a Italia essi sono oggetto di tassazione alla fonte da parte Svizzera e una quota del gettito fiscale viene ristornato all’Italia secondo l’accordo internazionale.

“Siamo molto soddisfatti –commenta i deputati interessati– perché in governo con questo chiarimento ha sposato integralmente la tesi sostenuta dal Partito Democratico; di fronte dell’emergere del problema chiarimmo da subito che non avremmo mai permesso un balzello di questa natura che ledeva il principio dell’ universalità delle prestazioni per introdurre su volontà della Regione Lombardia un principio di erogazione del servizio legato al reddito individuale. È così è’ avvenuto”.

“Malgrado Maroni – hanno commentato i consiglieri Pd Alessandro Alfieri e Luca Gaffuri -, i frontalieri non saranno tenuti a pagare il contributo al servizio sanitario nazionale. Il partito democratico ha mantenuto l’impegno e domani la Regione Lombardia riceverà la circolare che attesta che niente è dovuto. Adesso Maroni si adoperi affinché vengano immediatamente rimborsati i frontalieri che hanno già versato”.

“Bene, meglio così – commentano d’altro canto i parlamentari della Lega Nord Nicola Molteni, Stefano Candiani e Jonny Crosio, ma ricordiamo che a sollevare la questione era stata una dubbia circolare del ministero della Sanità. Per cui il Governo ha creato un problema e lo ha risolto, punto.”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Marzo 2016
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