Bloccato sul montascale in metropolitana

Simone Gambirasio denuncia per l'ennesima volta il pessimo stato dei servizi di Atm per i disabili. "I problemi non si risolvono continuando a rimandarli e sperando che diventino il problema di qualcun altro"

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Simone Gambirasio lavora a Milano. Per alcuni anni è stato un nostro collaboratore per poi passare a Yahoo Italia.

Si sposta con una carrozzina elettrica ed è abituato a viaggiare anche solo. Lo ha fatto in molte città europee e americane. Settimana scorsa ha vissuto una vera e propria odissea, che nel pomeriggio di martedì si è ripresentata. Qui di seguito, ripresa dal suo account Facebook,  racconta cosa gli è successo.

Torno a casa solo ora. Questa è la mia diretta di oggi (qui la prima parte, molto più emozionante… ). Il montascale di Porta Genova di cui mi sono lamentato solo una settimana fa (perché lento, insicuro, poco affidabile) oggi ha dato il meglio di sé: mentre scendevo sereno, tornando dall’ufficio, ha fatto un rumore assurdo, poi è partita subito una rotella volando sulle scale e si è incrinato in avanti, bloccandosi.

Ho rischiato di precipitare dalle scale con addosso tutto il peso della mia sedia a rotelle. Mi sono spaventato. Per fortuna mi sono fermato in una parte più pianeggiante della scalinata: urlando e chiedendo aiuto dei passanti hanno fatto accorrere degli addetti ATM che a “forza” hanno raddrizzato il montascale. Ma non potevo scendere.

Sono rimasto quaranta minuti su una pedana pericolante, in attesa dei Vigili del Fuoco. Dopo quaranta minuti è arrivato un tecnico, che ha fatto scendere il montascale con una procedura improvvisata e con una ruota in meno. Una volta sceso sono arrivati proprio in quel momento i Vigili.

Una settimana fa sono stato chiaro: i montascale sono una soluzione economica, non utilizzabile tutti i giorni e soprattutto non sicura. ATM, vista la cattiva stampa ottenuta a seguito del mio post virale , una settimana fa mi ha fatto scortare da un suo dirigente per “capire e risolvere i problemi”. Ma questo come è chiaro non ha risolto proprio nulla: prima mi hanno invitato a scendere a Famagosta (allungando di 50 minuti il mio percorso per andare al lavoro), poi vista la malparata mi hanno detto di prendere comunque il montascale. “Tanto sono sicuri, sì si saranno anche rotti ma pochissime volte”. Eppure, oggi, ho sentito tante persone e gli stessi addetti ATM dire che devono essere controllate ogni giorno, perché danno problemi quotidianamente.

ATM mi ha anche detto che se l’ascensore non c’è, è perché servono “permessi dal Comune”. Li facciamo arrivare questi permessi? Sono davvero soldi mal spesi quelli per rendere REALMENTE accessibile, e non solo sulla carta, una stazione della metropolitana così importante? Le vere città europee le conosco e non sono così, e ATM dovrebbe anche smetterla di tirar fuori classifiche in cui si premia come servizio di trasporto più accessibile d’europa. E, continuo a sostenerlo, io come tanti altri disabili, non posso aspettare. Dobbiamo vivere e lavorare subito, non possiamo attendere qualcosa che è già indietro di almeno 10 anni.

Io domani torno a Porta Genova e riprendo il montascale. Cascasse il mondo, cascasse il montascale e io con lui, rischiando anche di farmi male. Affronterò quella che per me è diventata una fobia. Ma i problemi non si risolvono continuando a rimandarli e sperando che diventino il problema di qualcun altro.

Simone Gambirasio

Questo l’aggiornamento di mercoledì 29 giugno:

Il montascale è ancora rotto. Oggi ATM ha predisposto un radio bus per portarmi in ufficio. Ho parlato con Giovanni Candelli di ATM che ci ha tenuto a dirmi (e dirvi) che l’azienda sta facendo il possibile per garantire il viaggio mio come quello di tutti i portatori d’handicap. Ma fin dove arriva questo possibile? Perché garantire l’accessibilità REALE delle fermate metro esistenti non è una priorità? Chi è responsabile nella scelta di dove investire? In poche parole: perché nessuno dice esplicitamente che sarebbe meglio spendere dei soldi e mettere un ascensore? Ora vedremo i tempi per aggiustare il montascale. E per romperlo di nuovo. Ci tengo a dire che non ho nulla contro persone e aziende. Rivendico solo un diritto basilare. A Milano si è fatto molto, mi dice ATM. Per questo vengo a lavorare a Milano e non a Varese o Roma, è ovvio. Ma il “molto” è relativo: le immagini di ieri parlano chiaro, non è abbastanza. Non è civile.

Simone Gambirasio

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Giugno 2016
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