La lezione di Bob Morse ai ragazzi di “Basket una scuola di vita”
Il leggendario giocatore della Grande Ignis ospite delle premiazioni della rassegna per le scuole organizzata dalla Pallacanestro Varese
La premiazione del progetto “Basket, una scuola di vita” è un appuntamento fisso da una quindicina d’anni: da tanto tempo infatti Pallacanestro Varese organizza questa rassegna (con Raffaella Dematté a fare da coordinatrice fin dalla prima edizione) che prevede visite di giocatori e allenatori all’interno delle scuole, e presenza di scolari e studenti alle partite che i biancorossi disputano al PalaWhirlpool.
Poi, a fine anno scolastico, i migliori elaborati realizzati sul tema del basket, vengono premiati con una cerimonia che in genere coinvolge anche qualche addetto ai lavori. Quest’anno la figura in questione è stata davvero di rilievo: i ragazzi che hanno realizzato i lavori vincenti si sono infatti ritrovati davanti addirittura Bob Morse, uno dei più grandi campioni che abbiano mai vestito la maglia di Varese, quella in particolare della Grande Ignis.
Morse, che spesso torna all’ombra del Sacro Monte dove ha conservato molte amicizie (è anche cittadino onorario di Varese per meriti sportivi), ha così salutato i ragazzi della classe 2a della scuola primaria San Giovanni Bosco di Bodio Lomnago, che hanno realizzato lo striscione giudicato più bello tra quelli esposti a Masnago dagli studenti. Con loro anche Agnese Billo, della 2aG del liceo scientifico “A. Tosi” di Busto, autrice del miglior tema: un breve ma profondo elaborato scritto dopo la visita del pivot Brandon Davies all’istituto bustocco.
«Iniziai a giocare a basket a 5 o 6 anni: allora per me diventare professionista era soltanto un sogno, e invece con il tempo ci sono riuscito» ha raccontato Morse ai piccoli tifosi biancorossi con il suo italiano quasi perfetto e ricercato, al di là dell’accento. «Vincere, nel mondo dello sport, è sicuramente una cosa importante, ma è ancora più importante imparare a migliorare se stessi, le proprie competenze, il proprio bagaglio tecnico o il fisico. Nella mia carriera ho sempre cercato di arrivare a un livello sempre più alto, anche quando ero già affermato in Europa: il basket e lo sport sono sfide non solo contro gli avversari ma anche verso se stessi».
Morse ha raccolto quanto spiegato poco prima da uno dei relatori, il delegato provinciale del Coni Marco Caccianiga, che ha puntato l’attenzione dei ragazzi sul divertimento unito però all’impegno. Gli altri brevi interventi del pomeriggio sono stati di Claudio Schena dell’Ufficio Scolastico Provinciale, di Giancarlo Salvetti presidente di Fip Varese e di Max Ferraiuolo, dirigente di Pallacanestro Varese che da qualche mese sovrintende anche al settore giovanile. Poi il rompete le righe, con i ragazzi che hanno ricevuto uno scatolone di magliette rosse con i loghi del club cinque volte campione d’Europa. Un palmarés che il signore alto alto e pelato, in maglia rossa, in piedi tra di loro, ha contribuito come pochi altri a creare.
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