Marisa Maldera, “morte sospetta”. Interrogate le figlie
Convocate in procura Tina e Cinzia Piccolomo. Accusano il padre

Le indagini sulla morte di Marisa Maldera entrano nel vivo: martedì pomeriggio, in procura a Varese, la pg Carmen Manfredda ha ascoltato le due figlie di Marisa, Tina e Cinzia Piccolomo. L’avvocato delle due donne, Nicodemo Gentile, ha riferito che sono state rivolte domande importanti alle sue assistite e che la figlie della Maldera insistono nei loro sospetti.
L’ipotesi è che nel febbraio del 2003 l’incidente stradale in cui la donna morì carbonizzata a Caravate sia stato in realtà organizzato dal marito, Giuseppe Piccolomo. Quest’ultimo sta scontando l’ergastolo per l’omicidio della tipografa di Cocquio Carla Molinari, a cui tagliò le mani per evitare che le unghie con cui lo aveva graffiato in faccia rivelassero le prove del delitto.
Gli investigatori hanno rintracciato il netturbino che quella notte a Caravate vide l’incidente e sarà quest’ultimo che riferirà probabilmente informazioni importanti per capire come siano andate veramente le cose.
Per quell’incidente Piccolomo fu condannato, ma solo per omicidio colposo. L’auto prese fuoco perché uscì di strada ma nel sedile posteriore Piccolomo aveva riempito una tanica di benzina che causò il rogo. La moglie non riuscì a usicre dall’abitacolo, lui sì.
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