“Hanno tagliato la mia pineta del cuore”

Le foto di denuncia di un lettore e la risposta del Comune: “Opere di miglioramento forestale, al posto dei pini malati, faggi e ciliegi”

Il taglio della pineta

“Ma cosa è successo alla mia pineta del cuore?”.

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Giuseppe, complice la stagione, è un amante dei funghi e ha fatto un giro come accade tutti gli anni nel suo bosco preferito. Si tratta della pineta che c’è a Montegrino Valtravaglia, nella zona che va dal laghetto verso i Sette Termini.

Dopo essere tornato a casa ha contattato la redazione di Varesenews. Confuso, e parecchio amareggiato, col suo telefono ha spiegato la situazione inviando alcune foto che testimoniano lavori di taglio di alberi, presenza sul posto di tracce di ruote di pesanti mezzi per la lavorazione del legname, e la rottura di alcuni passaggi del percorso vita fruibile da chiunque per una passeggiata in mezzo al verde.

«Ma cosa è successo? Chi si è reso responsabile di ciò che ho fotografato?» si chiede.

Abbiamo contattato il Comune, girando agli amministratori le preoccupazioni del lettore.

«Rispondiamo al lettore di non preoccuparsi, perché si è trattato di un taglio programmato da tempo e che rientra in un programma di regimentazione forestale voluto dal Comune – spiega il vice sindaco di Montegrino, Giovanni Moroni – . I tagli sono avvenuti nei mesi scorsi e riguardano l’abbattimento di numerosi pini malati e pericolanti, colpiti in parte dal bostrico (un parassita ndr) nella zona alta, e in parte morti. Durante i lavori di taglio sono state lesionate alcune parti del percorso vita, come un ponticello e alcuni passaggi, che verranno ripristinati dall’azienda incaricata. Noi abbiamo sotto controllo il territorio e ci siamo tempestivamente attivati affinché tutto venga nel più breve tempo possibile rimesso come prima».

Tutto, verrebbe da dire, tranne quello che deve seguire i tempi della natura, infatti Moroni informa che «la zona è stata sottoposta ad un massiccio rimboschimento con piante di essenze caratteristiche dei nostri boschi, come il faggio e il ciliegio. Certo sono piante ora dell’altezza di una cinquantina di centimetri, ma che nel giro di pochi anni rinfoltiranno interamente l’area. Ne sono state piantate oltre 300».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Ottobre 2016
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