Terrorismo, arrestato algerino a Tradate
L'inchiesta parte da Genova e riguarda il reclutamento sul web di giovani disposti a combattere in Siria

C’é anche un giovane algerino di Tradate tra gli arresti effettuati in queste ore dai Ros dei Carabinieri per terrorismo. L’operazione parte da Genova e sono finiti in manette un pizzaiolo egiziano residente a Finale Ligure, un egiziano di Cassano d’Adda (Milano) e appunto un algerino ospitato da una famiglia di Tradate (Varese). C’è anche un quarto indagato di cui è stata ordinata la cattura che, però, al momento si trova all’estero ed è irreperibile. L’accusa, per tutti, è quella di associazione con finalità di terrorismo.
L’attività del pool antiterrorismo della Procura di Genova, denominata “Operazione Taqiyya” e coordinata dal pm Federico Manotti, è partita proprio dal pizzaiolo ligure che, secondo gli inquirenti, sebbene non stesse al momento progettando alcun gesto eclatante aveva iniziato da qualche mese ad avvicinarsi pericolosamente alle ideologie radicali dello Stato islamico.
Le indagini infatti hanno consentito di individuare un gruppo egiziano, organizzato su base familiare, che sul web si occupava di diffondere materiale jihadista e di instradare combattenti dal nord Africa in territorio siriano (ed anche in Libia) per conto dello Stato Islamico. L’opera di propaganda e proselitismo era svolta esclusivamente sulla rete non solo mediante canali riservati ma, ricorrendo a pseudonimi e account fittizi, anche sui più diffusi social media.
Qualche giorno fa è stato espulso dal Ministro Alfano un algerino di Seriate (Bergamo) di nome Redouane Sakher, ritenuto un potenziale pericolo per la sua propensione ad immolarsi per la causa dell’estremismo islamico. Il fratello è appunto ospitato da una famiglia di Tradate (ma non residente in città). Anche un giovane siriano di Varese è stato arrestato la scorsa estate, in conseguenza di una indagine di Genova: voleva andare a combattere in Siria con Al Nusra.
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