Taglio del nastro per la Pensilina del Tram di Velate
Restituita alla città grazie alla Delegazione FAI di Varese con la collaborazione del Centro Culturale di Velate è stata inaugurata sabato 5 novembre
Taglio del nastro per la Pensilina del Tram di Velate, restituita alla città grazie al restauro realizzato dalla Delegazione FAI di Varese con la collaborazione del Centro Culturale di Velate.
L’intervento ha permesso il consolidamento della struttura in un’ottica conservativa e la sua messa in sicurezza insieme al recupero di una suggestiva traccia di un’epoca a rischio di oblio, quella del fermento turistico di fine Ottocento/inizi Novecento della città di Varese che una rete tranviaria d’avanguardia collegava con i centri limitrofi: Luino, Viggiù, Angera, Valcuvia, Ponte Tresa.
Manufatto tardo eclettico concepito per riparare i viaggiatori dalle intemperie e dal sole, la Pensilina del vecchio tram che portava alla Prima Cappella del Sacro Monte ritrova oggi la sua notevole dignità architettonica dopo decenni di incuria e abbandono seguiti alla chiusura dell’esercizio della Tramvia il 31 agosto 1953.
È stato rifatto completamente il tetto riutilizzando le tegole nere marsigliesi e le perline sono state risistemate esattamente come erano un tempo, con i riquadri originari e con estrema cura filologica, senza intervenire sui graffiti d’epoca che l’adornano e che ci restituiscono il sapore di storie passate; il pavimento a boccette bianche e rosa che era in buona parte crollato è stato totalmente ricostruito recuperando le boccette originali; sono state inoltre ripristinate le vecchie panchine ed è stata inserita una fontanella per l’acqua: un modo per restituire al bene la sua antica vocazione di luogo di incontro e per offrire ristoro ai frequentatori della montagna che da qui potranno partire alla scoperta del territorio del Campo dei Fiori.
Entrata di recente a far parte delle proprietà del FAI, la Pensilina era risultata il bene più votato in provincia di Varese al secondo censimento nazionale de “I Luoghi del Cuore”, nel 2004. Oggi finalmente può tornare a rappresentare una testimonianza di un’epoca significativa per la città, un’epoca in cui il Varesotto era meta di villeggiatura da un lato per la ricca borghesia milanese, che sceglieva le pendici del Sacro Monte e del Campo dei Fiori per costruire le proprie residenze di campagna, e dall’altro per i primi turisti inglesi, americani e tedeschi, attratti dalle guide che decantavano le bellezze delle località prealpine.
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