I manager delle banche guadagnano troppo

Secondo Riccardo Colombani (First Cisl) Il rapporto tra la retribuzione minima e quella massima non dovrebbe essere superiore a 7 volte. In Italia si arriva a 28, in alcuni casi a 128 volte

pioggia di soldi

«Le retribuzioni dei grandi manager delle banche dovrebbero avere un tetto. Il rapporto tra il minimo e il massimo non dovrebbe essere superiore a sette, avendo come riferimento la retribuzione media. In Italia si arriva a 28, in alcuni casi anche fino a 128 volte». I manager oltre al fisso in busta paga, incassano anche i bonus per i risultati, azioni gratuite in premio, stock option e quasi sempre buonuscite milionarie. Riccardo Colombani, del dipartimento studi e ricerche della First Cisl nazionale, oltre ai dati  sulle retribuzioni cita anche lo slogan di Banca Etica,Il miglior interesse è quello di tutti”. La questione, che è appunto etica, è stata sollevata durante il convegno di Varese organizzato dalla First Cisl sul tema del modello di banca adeguato per la crescita di imprese e famiglie.

Le banche oggi sono lontane dalle famiglie e dalle imprese e la ragione di questa distanza, secondo Colombani, ha la sua origine nel testo unico bancario che all’inizio degli anni ’90 ne ha ridefinito profondamente il modello. «È un problema reale – dice lo studioso – perché la normativa primaria valorizza la banca-impresa. Siamo passati così da un capitalismo bancario pubblico a un capitalismo integralmente privato dove dominano i top manager, con una proprietà polverizzata e dove si perseguono risultati di brevissimo periodo con gli effetti che tutti vediamo».

Attualmente oltre alla distanza c’è una vera e propria crisi di fiducia nei confronti del sistema dopo lo scandalo delle obbligazioni subordinate rifilate ai risparmiatori. Una ricetta però non esiste e la soluzione non è certo quella di un ritorno alle banche pubbliche.  «Per riequilibrare il sistema – aggiunge Colombani – ci vogliono controlli che coinvolgano anche i lavoratori attraverso le rappresentanze. Non si vuole socializzare le imprese ma controllare l’operato del top management. Infine, bisogna evitare che i territori vengano presi d’assalto dagli speculatori e dai fondi avvoltoi. Quindi per la gestione degli Npl (non performing loans, cioè prestiti non performanti) devono essere coinvolti i colleghi, bravi a fare credito, un po’ meno sulla gestione delle sofferenze».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 26 Gennaio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.