Poliseno e Cassano fanalino di coda. “Noi virtuosi verso i cittadini”
Il Comune ha un punteggio molto basso nella graduatoria di indice di virtuosità. Il sindaco però la legge in modo diverso. "Se devo toccare i servizi per migliorare indicatore, la mia risposta è no"
Quel numero così basso – 8,3 – e quella posizione al penultimo posto non sono piaciuti al sindaco di Cassano Magnago. Il riferimento è alla graduatoria di indice sintetico di virtuosità, pubblicato da Anci Lombardia nei giorni scorsi: «Un banale numero fa passare la nostra realtà come scadente e negativamente» attacca Nicola Poliseno, primo cittadino cassanese. Che ai numeri di Regione Lombardia ed Anci replica: «Se qualcuno dice che devo toccare servizi per migliorare indicatore, la mia risposta è no».
«Questa “classifica”, fatta con questi indicatori, lascia il tempo che trova» attacca Poliseno. Che fa una premessa: «Tutti i Comuni sono già vincolati ai limiti normativi, il patto di stabilità ieri e oggi principio di competenza». Certo, poi ci sono appunto gli indicatori che analizzano vari aspetti, come la capacità di spesa, capacità di riscossione, flessibilità di bilancio. Elementi che spesso sono anche il risultato di politiche di ampio respiro (risultato di scelte fatte nell’arco di più amministrazioni).
Poliseno però richiama polemicamente altri elementi: «Gli indicatori dicono molte cose e ne dimenticano altre: la graduatoria dà ad esempio un valore più alto a chi ha più entrate rispetto alle uscite. Per avere indicatore più alto bisogna alzare le tariffe e le tasse locali? Direi di no. Prendiamo poi il tasso d’indebitamento e investimenti: meno ci si indebita, anche per investimenti, meglio ci si posiziona. Ma non si tiene conto, ad esempio, degli interventi fatti senza indebitamento: noi abbiamo fatto opere stradali legate al grande intervento di logistica della Tigros, ma l’indicatore non dice nulla di tutto questo».
Il sindaco di Cassano rovescia quasi l’approccio: gli elementi di virtuosità di bilancio finiscono ad essere negativi, se sono il risultato di una rigidità e rigore che non lascia spazio. «Prendiamo il dato sull’anticipazione di cassa, il “fido” concesso al Comune: un tempo c’erano aziende che aspettavano pagamento delle fatture da mesi, oggi a Cassano il tempo medio di pagamento è di 60 giorni, anche se si paga anche in meno. L’anno scorso siamo andati in anticipazione anche di 5 milioni, ma l’abbiamo fatto per non mettere in difficoltà realtà sociali ed aziende che non potevano permettersi di essere esposti. L’indicatore però non tiene in conto nulla». Altro elemento portato dal sindaco come virtuosità è la flessibilità rispetto alla riscossione. «Noi non siamo Equitalia, stiamo attenti e facciamo rateizzare, persino le multe». E infine Poliseno difende anche la spesa sociale garantita in servizi, «1 milione in materne, 2 milioni per il sociale, 1 milione per diritto allo studio»: «Io non li toccherò mai».
Resta il fatto che l’indice contribuirà a definire “criteri premiali” per le politiche regionali, anche se Anci e Regione Lombardia hanno chiarito che non è una “classifica”. Di certo il sindaco di Cassano è battagliero: «Se qualcuno dice che devo toccare servizi per migliorare l’indicatore, la mia risposta è no».
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